Nella nuova puntata di “Club Dago”, la rubrica calcistica più seguita dagli italiani a New York e non solo, Guglielmo Timpano, direttore di Soccer Made in Italy, ha intervistato l’ex centrocampista di Serie A e della Nazionale Italiana, Gaetano D’Agostino sul ritorno degli spareggi europei e sulla prossima giornata di serie A. Un’analisi a tutto campo sulle delusioni delle squadre italiane nelle Coppe Europee e un’anteprima del prossimo turno di Campionato. Tra critiche taglienti e considerazioni tecniche, D’Agostino non risparmia nessuno, dai big come Theo Hernandez e Tiago Motta, fino all’analisi tattica dell’Atalanta di Gasperini.
Tre eliminazioni shock in Champions League. Un colpo durissimo per il calcio italiano. Cosa è andato storto, Gaetano?
«È stata una brutta botta, soprattutto per il ranking. Queste sconfitte dimostrano che in Europa, senza idee offensive e ritmo alto, fai molta fatica. E non parlo di sfide contro le big, ma di partite contro squadre che si sono attrezzate e programmate meglio di noi. Abbiamo incontrato club che hanno saputo evolversi, mentre noi siamo rimasti indietro in questo turno.»
L’espulsione di Theo Hernandez ha condannato il Milan?
«Prima dell’espulsione, il Milan aveva pareggiato i conti ed era in vantaggio psicologico. Ma credo che Theo Hernandez sia arrivato al capolinea emotivo con il Milan. Ha troppo potere in squadra, ma non è un leader caratterialmente né un fuoriclasse. La società gli ha dato troppa sicurezza, e lui ha mostrato sufficienza e prepotenza. Non si tratta solo dell’espulsione, ma di atteggiamenti difensivi sbagliati e di un comportamento che mette in difficoltà la squadra. Se non cambia mentalità, sarà un problema per il Milan.»
Passando alla Juventus: il caso Vlahovic e l’eliminazione con il PSV. Tiago Motta è da bocciare?
«Per me, Tiago Motta era già da bocciare prima dell’eliminazione. Hai un patrimonio come Vlahovic, acquistato per 60-70 milioni, e lo lasci fuori dal progetto. Non ho visto nessuna identità di gioco: né difensiva, né offensiva. Non vedo nulla che faccia pensare a un’idea di calcio. Al contrario, vedo un allenatore che cerca di imporre la propria visione a discapito delle caratteristiche dei giocatori. È un errore fatale. Un esempio opposto? Ranieri, che mette i giocatori nei loro ruoli naturali per farli rendere al meglio. Se l’idea tattica non valorizza i giocatori, si fallisce.»
L’Atalanta di Gasperini fuori con il Brugge. La più netta delle eliminazioni. Cosa non ha funzionato?
«È stata la più netta e, secondo me, doveva andare così. Gasperini paga la sua presunzione, senza considerare i punti di forza del Brugge, che ha saputo sfruttare gli spazi con inserimenti precisi. L’Atalanta ha poca lettura della partita. Gasperini è un grande preparatore e ha una filosofia chiara, ma non ha saputo leggere l’andamento del match. Complimenti al tecnico del Brugge, che ha preparato la partita perfettamente.»
Unica gioia italiana: la Roma di Ranieri che ha dominato il Porto. Eppure Ranieri era arrabbiato a fine partita. Perché?
«Ha fatto bene ad arrabbiarsi. In campo internazionale non puoi permetterti blackout, nemmeno per pochi minuti. Ranieri ha visto atteggiamenti di protagonismo non richiesti: c’è chi ha cercato gloria personale invece di giocare di squadra. La Roma ha dominato, ma quei momenti di calo possono costare caro a livelli più alti. Ranieri ha mandato un messaggio chiaro: ognuno deve fare il proprio ruolo, senza strafare.»
Guardando al prossimo turno di Serie A: ci saranno scorie dalle Coppe?
«Sì, soprattutto per il Milan. Magari vincerà, ma non può permettersi una partita di solo nervosismo e impeto, perché rischia di pagare mentalmente le scorie dell’eliminazione. E occhio al Torino, che in casa è pericoloso e può mettere in difficoltà i rossoneri. Anche la Juventus a Cagliari non avrà vita facile, soprattutto dopo l’eliminazione in Champions che ha minato la fiducia in Tiago Motta. Mi aspetto una partita complicata.»
Quale delle squadre impegnate in trasferta rischia di più? Torino-Milan, Empoli-Atalanta o Cagliari-Juventus?
«Cagliari-Juventus è la più interessante. Il Cagliari è un campo difficile e la Juve arriva con la stima e la credibilità di Tiago Motta in forte calo. Se la Juve non reagisce mentalmente, rischia grosso. Anche Milan e Atalanta avranno partite complicate, ma la Juventus è quella che vedo più a rischio di scivolone.»