Questa settimana, la Philippe Labaune Gallery ha presentato “Together” alla comunità del distretto artistico. Critici e amanti dell’arte hanno affollato la piccola galleria per vedere le 16 pitture acriliche della nuova collezione di Ponzi. Un mezzo tradizionale per un processo non così tradizionale.
Il processo di Ponzi è iniziato con penna e carta: “l’ho fatto scrivendo prima alcune pagine di diario, come se due persone le avessero scritte in segreto e io le avessi rubate e le avessi lette e ne avessi fatto dei quadri.” Poi, spiega Ponzi, ha sviluppato le sue opere digitalmente attraverso Adobe Photoshop, sperimentando con forme e colori. Una volta finalizzata ogni immagine, l’ha dipinta a mano su tela. Un processo originale che combina la flessibilità della sperimentazione digitale con le tecniche di pittura tradizionali.
In un dipinto intitolato “The First Time”, due giovani si incontrano in un parco vuoto, immersi nei raggi di sole che li colpivano attraverso i rami sovrastanti. La storia raccontata è quella di due persone che “prendono le misure l’uno con lo spazio intimo dell’altro, cercando di misurare ogni parola, ogni gesto…per capire se potrà esserci una relazione o se sarà solo un incontro come tanti.” Anche se è difficile scegliere un “figlio prediletto,” Ponzi ammette di aver incoronato quest’opera come la sua preferita.
“The First Time” rappresenta lo spirito dell’intera collezione:
“La volontà della mostra è di raccontare un percorso di relazione tra due persone…le emozioni che si provano vivendo in una relazione,” ha detto Ponzi.
In un altro pezzo, “Circular Path”, Ponzi racconta una storia molto più cupa. Il dipinto, prevalentemente grigio, mostra un giovane uomo abbattuto che tiene stretto un mazzo di fiori rosa verso l’’asfalto bagnato. Mentre la pioggia si accumula ai suoi piedi, alcuni petali cadono al suolo. La donna nello sfondo sembra allontanarsi dalla scena.
“Continuiamo a cadere negli stessi errori, le nostre debolezze mai sanate sempre presenti,” recita la descrizione del dipinto.
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“Together” è stata completata dall’inizio alla fine in soli 6 mesi. Ogni pezzo individuale, in media, è stato creato in un tempo dai 3 ai 7 giorni. Questo ritmo accelerato fa parte del processo di Ponzi: “credo appunto nel buttarsi in un progetto e farlo molto intensamente proprio per riuscire a tenere viva quella che è l’energia propulsiva che ci muove all’inizio.”
Questa energia propulsiva, spiega Ponzi, era alla base molto semplice: “In fondo parlo di emozioni che tutti proviamo e abbiamo provato.”
La mostra sarà aperta al pubblico fino al 21 dicembre.