Dal 29 maggio al 5 giugno, Cinecittà e Film at Lincoln Center – l’organizzazione newyorkese che promuove il cinema indipendente americano e mondiale – portano nella grande mela la 24° edizione del festival Open Roads: New Italian Cinema al Walter Reade Theater del Lincoln Center, curato da Dan Sullivan. Sei giorni di incontri con attori, registi e le proiezioni di quattordici titoli, selezionati tra i più significativi della stagione, compongono una rassegna che riflette l’evoluzione stilistica del nostro cinema, più che mai internazionale, stratificato e multiforme. Con l’obiettivo di aprire le porte dei grandi cinema americani, spesso meno accessibili, ai cineasti italiani contemporanei.
A inaugurare il festival è stata l’anteprima di Il tempo che ci vuole, l’intenso ritratto autobiografico firmato da Francesca Comencini, in cui l’autrice rilegge con sguardo intimo e struggente il suo rapporto con il padre, il grande Luigi Comencini. Sullo schermo, Fabrizio Gifuni —presente per un Q&A nella serata d’apertura — incarna con profondità il regista, in un film che ha conquistato sei nomination ai David di Donatello e il Premio Pasinetti alla Mostra del Cinema di Venezia.
“Francesca non mi ha chiesto di imitare suo padre, ma di ascoltarlo, di entrare in quella zona fragile dove l’affetto e il conflitto si confondono, come spesso accade tra un padre e una figlia”, racconta Fabrizio Gifuni. “Interpretare Luigi Comencini filtrato dallo sguardo di sua figlia è stato un esercizio di delicatezza. Il suo ritratto è pieno di sfumature, di vita. Non è un film solo sulla memoria ma sul tempo che la memoria chiede per diventare racconto e trasformarsi in coraggio, in cura verso l’altro”.
Fanno parte della varietà della proposta anche recenti film di grande successo al botteghino come Diamanti di Ferzan Özpetek, che unisce estetica e memoria in un omaggio alla coralità del cinema attraverso le donne rappresentate, o nuove opere sperimentali e liriche come Canone Effimero dei fratelli Gianluca e Massimiliano De Serio, che esplora la cultura popolare di diverse regioni italiane attraverso la riscoperta delle più profonde tradizioni musicali e orali del nostro Paese, restituendo l’immagine di un’Italia fatta di memoria, spesso invisibile, ma più che mai contemporanea.

“Con Diamanti ho voluto condividere le emozioni che mi hanno accompagnato fin dai miei primi passi nel cinema, quando da aiuto regista frequentavo le sartorie teatrali e cinematografiche. Quelle donne, con le loro mani sapienti e le storie intrecciate tra ago e filo, mi hanno insegnato il valore della resilienza. Nel film, il tempo non segue una linea retta, ma si piega alle emozioni, ai ricordi, ai legami che si formano e si trasformano. Ho voluto rendere omaggio a tutte le attrici che hanno segnato il mio percorso, anche a quelle con cui non ho avuto la possibilità di lavorare, come Monica Vitti, Mariangela Melato e Virna Lisi. Diamanti è un tributo alla loro luce, alla loro capacità di brillare e di far brillare gli altri”. Racconta Ferzan Özpetek.
Canone effimero è un omaggio alle specificità locali, alla loro polivocalità — per questo non abbiamo voluto imporre una voce unica, ma lasciare che la coralità emergesse da sola, nelle corrispondenze, nelle rime interne, nei gesti condivisi. È un film che affida al linguaggio visivo e sonoro il compito di restituire dignità e complessità a tradizioni spesso ridotte a folklore, ma che sono invece vive, mobili, contemporanee. Affermano Gianluca e Massimiliano De Serio.
La ricca delegazione artistica vedrà protagonisti anche le opere: Basileia di Isabella Torre; Berlinguer, La grande ambizione di Andrea Segre; Campo di battaglia di Gianni Amelio; Canone Effimero di Gianluca De Serio e Massimiliano De Serio; Come la notte di Liryc Dela Cruz; Familia di Francesco Costabile; Iddu di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia; Luce di Silvia Luzi e Luca Bellino; Paternal leave di Alissa Jung; Sulla terra leggeri di Sara Fgaier; Vittoria di Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman; Wishing on a star di Péter Kerekes che concluderà il festival.
Dan Sullivan, programmer del Film at Lincoln Center afferma: “questa edizione di Open Roads ci mostra un cinema italiano di grande rilevanza per il panorama internazionale, aperto a nuove opportunità, pur senza perdere la sua identità. Attraverso temi di comprensione universale, linguaggi nuovi e percorsi creativi alternativi.”
Offrire una vetrina concentrata sul cinema italiano contemporaneo era, vent’anni fa, una proposta che poteva sembrare ambiziosa, forse persino rischiosa. Eppure, l’interesse del pubblico non è mai venuto meno. Lo dimostra Open Roads, che continua a raccogliere opere capaci di raccontare un’Italia cinematografica molteplice. A distanza di due decenni, l’idea si conferma tanto valido quanto necessaria: uno spazio per ascoltare voci nuove, riscoprire autori affermati e seguire da vicino le strade in cui si muove oggi il nostro cinema.
Open Roads è realizzato in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di New York e con il sostegno di Casa Italiana Zerilli-Marimò NYU, ITA Airways, e del New York State Council on the Arts, con il supporto dell’Ufficio del Governatore e dell’Assemblea Legislativa dello Stato di New York.
Il programma completo è disponibile su filmlinc.org.