Open House New York è la tua occasione per visitare gli edifici della città altrimenti inaccessibili

Per tre giorni, dal 17 al 19 ottobre, centinaia di luoghi solitamente chiusi al pubblico — tra grattacieli, studi d’artista e spazi storici — apriranno le porte ai visitatori in occasione dell’Open House New York

Un'insegna di OHNY | via Ohny.org, credits: Molly Woodward

Da venerdì 17 a domenica 19 ottobre si terrà la nuova edizione di Open House New York (OHNY), l’iniziativa che ogni anno apre al pubblico centinaia di luoghi normalmente chiusi o difficilmente accessibili. Il programma di quest’anno prevede 341 siti in tutti e cinque i distretti e oltre 1.600 ore di attività tra visite guidate, tour autoguidati e contenuti digitali.

Lanciato nel 2003 con 84 luoghi partecipanti, Open House New York è oggi una delle manifestazioni più attese dell’autunno newyorkese. È l’occasione per visitare spazi privati, edifici storici, infrastrutture e studi d’artista che raccontano la storia materiale e culturale della città. L’evento è ispirato al modello di Open House London, nato nel 1992, poi replicato in oltre 50 città nel mondo.

Secondo gli organizzatori, quest’anno sono attesi decine di migliaia di visitatori. Kristin LaBuz, direttrice esecutiva di OHNY, ha spiegato che l’iniziativa coinvolge circa 1.400 volontari, che accompagnano i visitatori “nei loro angoli di città”, trasformando per un weekend New York in un museo diffuso.

Tra le mete di maggiore interesse ci sono lo Yankee Ferry, l’ultimo traghetto di Ellis Island ancora esistente, e il Rockefeller Center, che per l’occasione aprirà al pubblico spazi solitamente riservati come la Rainbow Room e il Radio Park. Anche il World Trade Center parteciperà con l’accesso ai piani 79 e 80, raramente visitabili, mentre l’MTA offrirà un percorso dietro le quinte del sistema di trasporti cittadini.

Non mancano le tappe legate alla storia urbana e al patrimonio architettonico, come il Woodlawn Cemetery, che organizzerà visite ai mausolei dell’età d’oro americana, e numerosi edifici d’epoca nei quartieri di Brooklyn, Harlem e Queens.

Una parte consistente del programma è gratuita e non richiede prenotazioni: oltre 160 siti saranno accessibili liberamente. Altri, invece, necessitano di registrazione anticipata, soprattutto quelli con spazi ridotti o che prevedono controlli di sicurezza. Vi sono poi una serie di attività dedicate alle famiglie e consultabili sul sito di OHNY.

Negli anni, OHNY ha assunto anche una funzione educativa, utilizzata da scuole, università e associazioni culturali per avvicinare i cittadini ai processi di trasformazione urbana. Molte delle visite guidate sono condotte da architetti, ingegneri e storici dell’arte che spiegano le scelte progettuali e le trasformazioni del tessuto cittadino.

L’iniziativa è sostenuta da fondazioni e istituzioni locali, tra cui il New York City Department of Cultural Affairs e il Municipal Art Society, e rappresenta uno dei momenti più significativi di apertura della città al pubblico.

Immagine di Cecilia Gaudenzi

Cecilia Gaudenzi

Giornalista professionista e storyteller. È nata a Roma nel 1991 “sotto il segno dei pesci”, dove si è laureata con lode in Scienze Politiche, all’Università di Roma Tre e dove vive stabilmente. Musica, cinema, letteratura, politica, serie tv, podcast, reportage e terzo settore. Il vizio di scrivere, di tutto e su tutto ce l’ha fin da bambina. Le piace conoscere, capire, raccontare e soprattutto, fare domande. Crede nello scambio di idee e nella contaminazione. Ha girato l'Africa per dare voce all'impegno di donne e uomini che dedicano la loro vita agli altri. La sua parola preferita è resilienza.

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