Mondiali Pokémon 2025 in California: l’Italia si ferma in Top16

Ad Anaheim la “Olimpiade dei mostriciattoli tascabili” ha radunato migliaia di fan. Gli italiani partivano favoriti ma non è andata come speravano

Sotto il sole della California, dal 15 al 17 agosto, il Convention Center di Anaheim si è trasformato nella capitale mondiale dei Pokémon. In quelle sale, colorate da stand esclusivi, streaming globali e migliaia di spettatori con orecchie da Pikachu ed Eevee, si è disputato il Pokémon World Championships 2025, l’evento più prestigioso del competitivo ufficiale.

Un torneo che va oltre il semplice gioco: per conquistare l’invito servono mesi di qualificazioni tra eventi regionali e internazionali, viaggi autofinanziati e ore di allenamenti strategici.

Arrivati in California, i giocatori si sono  sfidati nelle quattro discipline ufficiali – TCG (gioco di carte collezionabili), VGC (videogiochi Pokémon Scarlatto e Violetto), Pokémon GO e Pokémon UNITE – in una sorta di “Olimpiade nerd” che porta sul palco solo l’élite mondiale.

Quest’anno l’Italia si presentava da nazione favorita, forte dei successi del 2024 e di una stagione dominata da figure come Federico Camporesi, vincitore degli Internazionali nordamericani, e Marco Silva, campione latinoamericano. A loro si aggiungeva il carisma di Luca “Ceree” Ceribelli, campione del mondo in carica, e la solidità di Alberto Conti, numero uno nel TCG italiano.

Le aspettative erano altissime, ma la corsa si è interrotta prima del traguardo. Dei 27 italiani iscritti alla categoria VGC, solo 5 hanno superato il primo giorno di gare. L’ultimo ad arrendersi è stato Giuseppe Musicco, 30 anni, originario della Puglia ma residente nel Regno Unito, arrivato fino alla Top16, dove si è arreso al forte americano Montana Mott.

Il risultato, però, resta buono: settimo posto mondiale nella categoria Masters, a conferma di una crescita costante.

Un tratto distintivo del movimento italiano è la forza della sua community. Molti dei protagonisti appartengono al team competitivo “Server”, un collettivo che unisce allenamenti, studio delle strategie e amicizie fuori dal campo. Da questo gruppo sono arrivati alcuni dei più grandi risultati degli ultimi anni: il mondiale 2024 vinto da Ceribelli e gli internazionali dominati da Silva e Camporesi.

«Più ci sono giocatori forti, più se ne creano di nuovi», ha spiegato Musicco. «Nei tornei locali ci si allena con avversari di livello altissimo e questo alza lo standard di tutti».

Il fenomeno Pokémon oltre la gara

I Mondiali non sono solo sfide al cardiopalma. Attorno al torneo vive un ecosistema che intreccia cultura pop, collezionismo e business. L’universo Pokémon, nato in Giappone nel 1996, oggi è il brand di intrattenimento più redditizio al mondo: videogiochi, carte, merchandising, serie animate e film generano miliardi di dollari ogni anno.

Ad Anaheim, lo si respira ovunque: file chilometriche per le carte in edizione limitata, stand ufficiali presi d’assalto dai fan, influencer e streamer che raccontano live ogni match. È una celebrazione globale che mescola competizione e passione, dove ogni giocatore – dall’ingegnere pugliese al ragazzino giapponese – incarna il sogno di diventare “il migliore in assoluto”, proprio come recita il motto della serie.

Il prossimo anno la sfida riparte. Con una certezza: tra i padiglioni colorati dei Mondiali Pokémon, l’Italia continuerà a essere protagonista.

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