La commemorazione dei 70 anni dell’Italia alle Nazioni Unite, a New York

Un incontro al Palazzo di Vetro ha ripercorso la storia dell’adesione italiana all’ONU e il contributo delle sue missioni di pace, con una mostra e un volume dedicati ai settant’anni di partecipazione

Giovedì 13 novembre 2025, alle ore 18.30, all’interno del Quartier Generale delle Nazioni Unite di New York, si è tenuto uno degli eventi celebrativi del 70° Anniversario dell’ammissione dell’Italia all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con l’inaugurazione di una mostra espositiva e la presentazione del libro storico-fotografico dal titolo “70 anni dall’adesione dell’Italia alle Nazioni Unite – I caschi blu italiani al servizio della pace” (Autori: Alfonso Manzo e Maria Gabriella Pasqualini).

L’evento è stato promosso dal Ministero della Difesa e realizzato dallo Stato Maggiore Difesa e rientra in un più ampio programma di avvenimenti finalizzati alla diffusione del rilevante ruolo delle Forze Armate italiane nelle Operazioni di Pace sotto egida ONU. L’Italia vanta il primato, tra i Paesi occidentali, del più alto numero di militari al servizio della pace così come nella delicatissima missione in Libano, UNIFIL, affidata al comando del Generale di Divisione dell’Esercito Italiano, Diodato Abagnara.

Il 14 dicembre 1955, a conclusione di una riunione serale del Consiglio di Sicurezza, fu approvata l’adesione dell’Italia all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.  Insieme all’Italia, furono ammesse Albania, Giordania, Irlanda, Portogallo, Ungheria, Austria, Romania, Bulgaria, Finlandia, Ceylon, Nepal, Libia, Cambogia, Laos e Spagna.

Alla cerimonia hanno preso parte il Rappresentante Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite di New York, Ambasciatore Maurizio Massari, Mr. Atul Khare, Sottosegretario Generale per il Supporto Operativo alle Operazioni di Pace dell’ONU, i Rappresentanti Permanenti presso le Nazioni Unite e gli Addetti alla Difesa/Consiglieri militari (MILADs) di numerosi Stati Membri, rappresentanti dell’Unione Europea, dell’INTERPOL e del NYPD, della Comunità italiana, delle Associazioni combattentistiche e d’Arma italiane a New York, giornalisti di varie testate locali, Autorità militari, civili e religiose.

Durante la celebrazione, hanno preso la parola: l’Ambasciatore italiano Maurizio Massari, l’USG Atul Khare ed il Generale di Divisione dei Carabinieri Alfonso Manzo, Addetto per la Difesa e Consigliere Militare alla Rappresentanza Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite, i quali hanno hanno evidenziato il fondamentale contributo offerto dalle Forze Armate italiane alle operazioni di mantenimento della pace sotto l’egida delle Nazioni Unite, ancor prima che l’Italia vi aderisse. Difatti, la partecipazione italiana al multilateralismo e alla sicurezza internazionale delle NU iniziò sin dal finire degli anni ’40, quando i nostri militari presero parte agli scenari di crisi più delicati di quel periodo: da quello tra India e Pakistan, all’Amministrazione Fiduciaria italiana della Somalia, al Congo, ove saranno poi barbaramente trucidati 13 aviatori italiani a Kindu.

Un riverente pensiero è stato rivolto da tutti i Relatori ai circa 50 Militari italiani caduti al servizio della Pace negli oltre 70 anni di peacekeeping delle Nazioni Unite.

Illustrando, in estrema sintesi, i contenuti del volume così come quelli della  mostra, si evince come il concetto di peacekeeping dell’ONU cominci ad emergere agli inizi degli anni ’50 del secolo scorso, allorquando Dag Hammarskjöld, Segretario Generale delle Nazioni Unite dal 1953 al settembre 1961, ideò un un modo diverso di gestire le crisi internazionali, passando dal solo schieramento di personale in uniforme con compiti di osservazione ed interposizione ad un’attività più strutturata basata su alcuni principi fondamentali: neutralità, consenso delle Parti in conflitto e uso della forza limitata alla difesa del Personale ONU.

Le operazioni di mantenimento della pace che le Nazioni Unite dispiegarono, tra la metà degli anni ‘60 e la fine degli ‘80, contribuirono a strutturare le procedure di contenimento dei conflitti regionali. Inoltre, le sfide e le criticità che esse fronteggiarono in quei 25 anni furono solo un’anticipazione di quelle che si concretizzeranno, con ancor maggiore intensità, a partire degli anni ’90 del secolo scorso.

Con la fine della Guerra Fredda, che aveva influito enormemente sulla politica internazionale e sui suoi principi cardine (la capacità di intervento, l’uso della forza, il concetto di sovranità, il multilateralismo), le Operazioni di Mantenimento della Pace delle UN tornarono in auge. 

Proseguendo, durante i primi 5 lustri del XXI secolo, il cui inizio coincide con la redazione del Rapporto Brahimi – vera e propria pietra miliare del moderno peace-keeping e peace-building -, le operazioni dell’ONU raggiunsero per la prima volta, nel 2010, la cifra record di oltre 100.000 Peacekeepers in uniforme impegnati contestualmente. L’ammontare dei fondi, allocati in quello stesso periodo per le operazioni di mantenimento della pace, fu più del doppio di quelli relativi a tutte le missioni ONU dal 1948 al 2000.

Tra gli italiani che più si sono distinti al servizio della pace promossa dall’ONU:

  • il Generale di Brigata dell’Esercito Italiano  Franco Angioni, Comandante del Contingente Italiano in Libano tra il 1982 e il 1983;
  • il Generale di Divisione dell’Esercito Italiano Alfonso Pessolano, dal 1991 al 1994  Comandante di UNMGIP (United Nations Military Observer Group for India e Pakistan);
  • il Sottotenente delle Infermiere Volontari della Croce Rossa Italiana Maria Cristina Luinetti, decorata Ordine Militare della Repubblica Italiana, prima donna italiana caduta in missione di pace il 9 dicembre 1993 a Mogadiscio (Somalia);
  • Giandomenico Picco, in servizio al Segretariato Generale delle Nazioni Unite dal 1973 al 1991. Nella veste di diretto Collaboratore di Javier Perez de Cuellar, Segretario Generale delle NU dal 1982 al 1991, diede uno straordinario contributo alla pace ed alla sicurezza internazionale, flemmatizzando la crisi tra Grecia e Turchia sulla questione di Cipro, a quella tra Francia e Nuova Zelanda (1985), in Afghanistan (1989) e in Libano (1991);
  • i 5 Comandanti italiani di UNIFIL dal 2006 ad oggi, tra i quali il Generale Claudio Graziano e il Generale Luciano Portolano hanno poi conseguito l’incarico di Capo di Stato Maggiore della Difesa.

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