Il racconto della Election Night a Villa Miani, Roma

Organizzata dall'Ambasciata USA di Roma, ha visto la partecipazione di diverse figure importanti

A distanza di otto anni dall’ultima Election Night organizzata dall’Ambasciata USA di Roma all’hotel Westin Excelsior in via Veneto, e con la doverosa pausa resa necessaria dalle criticità che ben ricordiamo nel 2020, la giornata in cui il candidato del Partito Democratico e quello del Partito Repubblicano si sfidano per la Casa Bianca è tornata a essere vissuta in pompa magna anche nella Città eterna.

Questa volta la cornice è stata la splendida Villa Miani, costruita nel 1837 in neoclassico sulla collina di Monte Mario, e resa ancora più bella dalla sempre lodevole organizzazione dell’Ambasciata.

La serata, iniziata alle ore 21, ha visto l’introduzione istituzionale e il saluto dell’Ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, Jack Markell, Ambasciatore degli Stati Uniti per le United Nations Agencies a Roma, Jeffrey Prescott, e la Chargé d’Affaires dell’Ambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede, Laura L. Hochla.

“Grazie a tutti coloro che si sono uniti a noi per celebrare uno dei capisaldi della nostra democrazia: il diritto di voto. La partnership tra Stati Uniti e Italia è costruita su valori condivisi, profondi legami culturali e rispetto reciproco; elementi essenziali che continueranno a legarci anche in futuro”, ha esordito l’Ambasciatore Markell.

“È stata ovviamente una campagna molto impegnativa negli Stati Uniti – ha proseguito – ed è in momenti come questi che dobbiamo fare tutto il possibile per nutrire, rafforzare e salvaguardare la democrazia e la partecipazione dei cittadini per le generazioni future. L’idea del voto è davvero il cuore, la chiave della democrazia. Diritti come questo ci ricordano il potere e la responsabilità che ognuno di noi ha”.

Ultima premessa prima di lanciare il messaggio finale proiettando l’attenzione verso il fulcro dell’evento: lo scrutinio elettorale. “Mentre questa sera osserviamo i risultati elettorali, voglio osservare il rapporto duraturo tra gli Stati Uniti e l’Italia. La nostra è una partnership che si basa su valori condivisi, profondi legami culturali, rispetto reciproco. Questi sono gli elementi che continueranno a legarci, indipendentemente da chi diventerà il prossimo presidente degli Stati Uniti. E agli americani che sono qui stasera voglio ricordare che non importa chi vincerà, dall’altra parte dell’Oceano ci sono le nostre famiglie, i nostri amici, i nostri compatrioti americani. Quindi vi ringrazio ancora per essere qui stasera, per assistere ancora una volta alla celebrazione della democrazia in azione”.

Questo discorso inaugurale ha lasciato il posto a quello dell’Ambasciatore Prescott e a quello della Chargé d’Affaires Hochla.

Il programma, davvero ricco, che ha preceduto il watch party finale ha visto la partecipazione di figure di spicco, a partire dal collegamento in diretta da Washington D.C. con l’Ambasciatrice d’Italia negli Stati Uniti Mariangela Zappia.

Ad alternare il ritmo tra momenti più istituzionali e quelli più d’intrattenimento, il trivia game coordinato da Eric Gad e Alessia Gasparini, il video contest “What democracy reely is”, e un Q&A tra alcuni studenti e l’Ambasciatore Markell.

Il ripristino a momenti istituzionali è stato rappresentato con il ritorno sul palco dell’Ambasciatore Prescott per dei collegamenti in diretta con i Consolati Generali U.S.A. di Firenze, Milano e Napoli.

Nell’ultimissima parte del programma si sono susseguiti uno dopo l’altro interessantissimi talk (alcuni in presenza, altri in collegamento da remoto) su varie tematiche, ma tutti focalizzati sul comprendere meglio la situazione attuale degli Stati Uniti e avere ulteriori chiavi di lettura per le elezioni, dalla letteratura al giornalismo, alle condizioni sociali e tanto altro: Monica Maggioni, Gianni Riotta, Igiaba Scego, Marta Ciccolari Micaldi, Lucia Urciuoli e Giovanni Zagni.

Nel frattempo, durante tutto il tempo delle serata, nelle sale destinate alla convivialità tra buffet e un calice di vino, non era certo difficile imbattersi in qualche confronto su opinioni politiche e quale fosse il candidato ideale a sedersi nello Studio Ovale a partire dal prossimo Gennaio. E, non secondario, se già nel corso della notte saremmo stati in grado di conoscere il risultato o se si sarebbe reso necessario attendere qualche giorno in più. Come legittimo che fosse, anche questo faceva parte dell’atmosfera incredibile che si respirava con la consapevolezza di essere testimoni di un momento storico, tanto per gli Stati Uniti quanto per il mondo. Attorno a mezzanotte il maxischermo dietro al palco ha iniziato ad alternare immagini dei principali network statunitensi, e così anche le altre smart tv distribuite nelle sale di Villa Miani, per poter restare aggiornati sui primi aggiornamenti. Ovviamente attenzione particolare sugli swing states, ma anche la differenza di voti ottenuti rispetto alle precedenti elezioni del 2020 hanno subito svolto il ruolo di “termometro” della situazione. Già dopo pochissime ore si intuiva che il vento Repubblicano era forte e le prime luci dell’alba hanno portato con sé la sostanziale certezza: Donald Trump è il 47° POTUS.

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Leonardo Piva

Nato a Mantova. Giornalista, autore di due libri sportivi, content creator e coordinatore della comunicazione di TEDxMantova. Le undici città visitate negli Stati Uniti hanno generato una passione che lo accompagna quotidianamente da quasi vent’anni.

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