“Cannolo Day” a New York. Chef Guardione di Piccola Cucina festeggia così

In onore della Giornata Nazionale del Cannolo, il 16 giugno, lo chef di Piccola Cucina, il ristorante siciliano più amato di New York, offrirà ai suoi ospiti cannoli gratuiti

Il 16 giugno è il “Cannolo Day” a New York. Una vera e propria festa per tutti gli amanti di uno dei dolci nostrani più famosi. Un grande classico delle pasticcerie newyorkesi e dei ristoranti italiani, i cannoli affondano le loro radici in Sicilia, dove vennero preparati per la prima volta durante il Carnevale come simbolo di festa. Oggi sono un simbolo iconico, dell’isola e di tutta l’Italia.

Per questa occasione dolcissima, abbiamo incontrato Philip Guardione – chef di origini siciliane alla guida di Piccola Cucina – che la celebrerà offrendo ai suoi ospiti cannoli gratuiti in tutti e quattro i suoi ristoranti di New York: durante il pranzo a Piccola Cucina Osteria – 196 Spring St (SoHo), Piccola Cucina Estiatorio – 75 Thompson St (SoHo) e Piccola Cucina Uptown – 106 E 60th St (Upper East Side); durante la cena a Piccola Cucina Casa – 141 Nevins St (Boerum Hill, Brooklyn)

Un’iniziativa molto sentita da chef Guardione e da tutto il team di Piccola Cucina dove si concentrano gli autentici sapori siciliani e dove il cannolo è d’autore: una crosta croccante e dorata farcita con ricotta fatta in casa, leggermente zuccherata e guarnita con una spolverata di cacao e pistacchi tritati.

Da Catania a New York. Da quando sei arrivato nella Grande Mela sei cresciuto tantissimo e oggi gestisci 4 ristoranti in città. Qual è la chiave del tuo successo?

Una delle ragioni della mia fortuna è stata la fame dentro, che avevo all’epoca e che ho tutt’ora. È stato quello il mio motore, mi ha permesso di non mollare mai, di pormi obiettivi e raggiungerli – anche se questo richiedeva un lavoro faticoso e lungo – e di volermi sempre migliorare. Poi c’è la visione, la mia è stata diversa. Nel 2007, quando abbiamo cominciato, esistevano i ristoranti italiani ma non quelli regionali. Noi, con Piccola Cucina abbiamo colmato quel vuoto e ci siamo posizionati. Ho sempre creduto che la nicchia fosse l’arma vincente. La creazione del team è stata fondamentale, mi sono circondato di persone che come me volevano far crescere l’azienda, il progetto.

Cosa significa portare la Sicilia a New York?

Per me e per tutto il team, portare la Sicilia a New York significa farla conoscere per la sua essenza, i suoi sapori caratteristici, tutto ciò che di bello e positivo ha quella terra straordinaria. New York è una vetrina internazionale e il nostro obiettivo è dare alla Sicilia una visibilità nuova, inedita, diversa dai soliti stereotipi.

Qual è il prodotto siciliano più apprezzato e quello più difficile da proporre?

New York non rappresenta solo l’America, è un crocevia di culture. L’identità e l’originalità dei prodotti sono elementi importantissimi e posso dire che tutto viene apprezzato. 20 anni fa, quando abbiamo iniziato, era diverso… i gusti più forti e naturali, senza salse e maionesi, erano difficili da proporre. Oggi invece tutto quello che ci rappresenta e appartiene, dal punto di vista culturale, di gusto, piace. C’è molta apertura e curiosità.

Tradizione e innovazione. Il cannolo è un classico intoccabile o si può rivisitare? Se sì, come?

Il cannolo è iconico, è il simbolo della cucina siciliana. Unisce la famiglia e gli amici, per me vuol dire “domenica”. È sacro, certo, ma io sono sempre favorevole a rivisitare i prodotti. I tempi vanno avanti e bisogna stare al passo dell’evoluzione, adattarsi ma senza mai dimenticare la tradizione. La materia prima è tutto, la ricerca del prodotto e l’originalità del gusto sono fondamentali… È così che una ricetta, seppur rivisitata, sprigiona la sua magia e ti fa viaggiare, magari ti riporta indietro, nel tempo o in un luogo, a un’esperienza.

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Cecilia Gaudenzi

Giornalista professionista e storyteller. È nata a Roma nel 1991 “sotto il segno dei pesci”, dove si è laureata con lode in Scienze Politiche, all’Università di Roma Tre e dove vive stabilmente. Musica, cinema, letteratura, politica, serie tv, podcast, reportage e terzo settore. Il vizio di scrivere, di tutto e su tutto ce l’ha fin da bambina. Le piace conoscere, capire, raccontare e soprattutto, fare domande. Crede nello scambio di idee e nella contaminazione. Ha girato l'Africa per dare voce all'impegno di donne e uomini che dedicano la loro vita agli altri. La sua parola preferita è resilienza.

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