Il mercato del lavoro americano potrebbe subire un brusco rallentamento nei prossimi tre mesi: una svolta che gli economisti si attendevano da mesi, dopo l’accelerata post-pandemia. Ma non c’è da preoccuparsi troppo.
Secondo quanto riportato venerdì dal Dipartimento del Lavoro, nel mese di aprile sono stati occupati solo 175.000 posti di lavoro, al di sotto delle previsioni. Il tasso di disoccupazione è salito al 3,9 percento. Non è necessariamente una cattiva notizia, considerando che i licenziamenti sono rimasti bassi e la maggior parte dei settori sembra comunque stabile.
Il mercato del lavoro ha infatti sfidato le previsioni di un notevole rallentamento per oltre un anno, soprattutto considerando il rapido aumento dei tassi sul prestito, una crisi bancaria e due guerre di mezzo. I momenti di stasi nei settori sensibili ai tassi di interesse, come la tecnologia e la produzione, sono stati compensati da una crescita inarrestabile in settori come l’assistenza sanitaria, alimentata dall’invecchiamento della popolazione, e il settore statale ripresosi dopo una riduzione della manodopera durante la pandemia.
I finanziamenti federali hanno sostenuto i grandi progetti infrastrutturali e gli investimenti privati nello sviluppo delle energie pulite, così come i sussidi per settori come i servizi all’infanzia, che continuano a influire sull’economia.
Con l’aumento dei salari, in grado di tenere testa all’inflazione, sempre più persone hanno iniziato a cercare lavoro, consentendo ai datori di lavoro di riempire più velocemente le posizioni scoperte. Il flusso immigratorio ha aggiunto circa 80.000 lavoratori alla forza lavoro ogni mese nel 2023, secondo i calcoli di Goldman Sachs, e ne aggiungerà altri 50.000 al mese quest’anno.