Toyota ha un problema con Akio Toyoda, ex amministratore delegato

In molti, tra analisti e azionisti, sostengono che Toyoda ha mantenuto un’influenza significativa all’interno dell’azienda, ostacolando una transizione necessaria e continuando a guidare i progetti chiave di Toyota.

Akio Toyoda, 68 anni, nipote del fondatore Kiichirō Toyoda, è stato per quasi 14 anni l’amministratore delegato di Toyota. È grazie a lui che l’azienda giapponese ha raggiunto il vertice del settore automobilistico, divenendo l’azienda con più quote di mercato nell’automotive e registrando un profitto di 32 miliardi di dollari nel 2023 – un record mai toccato prima in Giappone.

Nonostante ciò, all’inizio del 2023 Toyoda si è dimesso dalla carica di amministratore delegato per diventare presidente di Toyota, con un passaggio della leadership all’allora 53enne Koji Sato, ingegnere di lunga data in Toyota. Eppure, in molti, tra analisti e azionisti, sostengono che Toyoda ha mantenuto un’influenza significativa all’interno dell’azienda, ostacolando una transizione necessaria e continuando a guidare i progetti chiave di Toyota.

In una recente intervista ad una rivista giapponese, Ikuro Sugawara, un direttore esterno, ha parlato della recente elezione del consiglio di amministrazione di Toyota e dell’introduzione di sei nuovi direttori. Paradossalmente, secondo Sugawara, la posizione di Toyoda si è rafforzata, trovandosi ora circondato da persone che non lo mettono in discussione.

In più, con la sua decisione di ritardare l’amento delle quote di produzione elettriche di Toyota in favore dei veicoli ibridi, Toyoda ha fatto registrare nel 2023 risultati finanziari record per l’azienda, consolidando anche la sua immagine di visionario.

Ma sebbene si tratti di un successo che normalmente verrebbe salutato come positivo dagli azionisti, questi ultimi hanno comunque iniziato a nutrire preoccupazioni crescenti nei confronti dell’accentramento di potere all’interno del colosso giapponese. Diversi grandi gruppi di investitori hanno infatti annunciato l’intenzione di votare contro la sua rielezione nel consiglio di amministrazione a causa delle preoccupazioni sull’indipendenza del consiglio. Le società di consulenza Glass Lewis e Institutional Shareholder Services hanno esortato gli azionisti a votare contro Toyoda, citando problemi di governance e la sua responsabilità per i recenti problemi nei test dei veicoli.

Nonostante questo, in Giappone è molto difficile che i membri dei consigli di amministrazione vengano rimossi dalle votazioni, e Toyoda non fa eccezione, ricevendo una media di approvazione superiore al 96 percento.

Adesso, la domanda che si pongono azionisti, analisti, dipendenti e dirigenti è una: Toyota ha davvero bisogno di reinventarsi in vista dei cambiamenti radicali dell’industria automobilistica, o può continuare a cullarsi ancora per qualche anno nelle braccia di Toyoda, forte degli ultimi risultati ottenuti?

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