OpenAI, l’azienda attiva nel settore dell’intelligenza artificiale e proprietaria di ChatGPT, ha annunciato l’acquisizione di IO, la start-up fondata solo un anno fa da Jony Ive, ex capo del design di Apple. Si tratta di un’operazione dal valore di 6,5 miliardi di dollari, nonché la più grande acquisizione nella storia di OpenAI, e ha l’obiettivo di dare forma ad una nuova generazione di dispositivi progettati per integrare l’intelligenza artificiale nella vita quotidiana.
Jony Ive, infatti, ha lasciato Apple nel 2019, fondando poi LoveFrom, uno studio indipendente di design. Con IVO aveva cominciato a esplorare il settore dell’intelligenza artificiale, abbozzando alcuni design per dei dispositivi in grado di integrarla al loro interno – un po’ come Alexa, l’assitente vocale di Amazon, il cui problema principale però è proprio la mancanza di un’intelligenza artificiale vera e propria. Con lo sviluppo di sistemi di IA sempre più avanzati diverse aziende si sono ritrovate indietro coi tempi, come Apple stessa, che sta provando a integrare il suo assistente vocale Siri con l’intelligenza artificiale, con un lancio previsto per il 2025 e slittato al 2026. In questo caso, l’intesa tra Jony Ive e Sam Altman, amministratore delegato di OpenAI, nasce proprio da un interesse condiviso per i dispositivi capaci di superare i limiti degli smartphone tradizionali.

Già da un po’, effettivamente, OpenAI discute internamente della possibilità di far uscire l’intelligenza artificiale dalle interfacce dei computer e degli smarphone per entrare in oggetti fisici: dispositivi “intelligenti” in grado di ascoltare, vedere, interpretare e rispondere in tempo reale. Con l’acquisizione di IO, OpenAI spera di fare passi avanti verso un’integrazione tra hardware e software. Già qualche mese fa, in occasione dei possibili accordi con gli Emirati Arabi, Sam Altman aveva parlato dell’intelligenza artificiale come dell’elettricità: man mano che quest’ultima si è diffusa nel mondo, le persone hanno trovato modi diversi e migliori di farne uso. L’idea, infatti, è quella di portare quanto prima l’IA nelle case e nella vita delle persone, integrandola nei sistemi di tutti i giorni.
Sia Sam Altman che Jony Ive non hanno esplorato i dettagli della possibile proposta hardware, ma hanno parlato di qualcosa che deve superare i prodotti ereditati dal passato e della volontà di creare prodotti straordinari che elevino l’umanità. In generale, entrambi hanno esternato una crescente insoddisfazione nei confronti della tecnologia esistente e dell’ansia derivante dalla dipendenza e dall’uso costante dello smartphone, sostenendo che la partnership punta proprio a progettare dispositivi che riducano il rumore digitale, invece di amplificarlo.
Infine, pare che LOveFrom continuerà comunque a operare in modo indipendente al di là dell’acquisizione da parte di OpenAI, anche se diversi collaboratori di Ive entreranno nel team dell’azienda. Ovviamente l’acquisizione non è definitivamente conclusa, ma dovrà passare al vaglio delle autorità regolatorie.