OpenAI pronta ad un ulteriore investimento di 20 miliardi di euro

OpenAI attrae nuovi investitori, valutazione sui 100 miliardi

A guidare la cordata che si occuperà del finanziamento sarà Thrive Capital, una delle principali società di venture capital, con un investimento previsto di circa 1 miliardo di dollari nella società con sede a San Francisco.

OpenAI è in trattative avanzate per un nuovo round di finanziamento che potrebbe far salire la valutazione della società a oltre 100 miliardi di dollari. Si tratta di un incremento di circa 20 miliardi rispetto alla valutazione di appena otto mesi fa, secondo fonti informate sulle discussioni in corso.

A guidare la cordata che si occuperà del finanziamento sarà Thrive Capital, una delle principali società di venture capital, con un investimento previsto di circa 1 miliardo di dollari nella società con sede a San Francisco. Accanto a Thrive, anche Microsoft potrebbe partecipare a questa nuova fase di finanziamento. L’accordo, oltre a garantire nuovi capitali, permetterebbe ad alcuni degli attuali azionisti di vendere le proprie quote.

OpenAI, nota soprattutto il rilascio di ChatGPT, continua a mantenere la leadership nel settore nonostante un raffreddamento dell’interesse degli investitori negli ultimi mesi nei confronti del settore. Mentre diverse start-up di IA, infatti, sono state direttamente inglobate da colossi tecnologici come Google e Amazon, OpenAI resta tra le poche aziende in grado di gestirsi autonomamente.

Nel corso dell’ultimo anno, l’azienda ha rafforzato la sua posizione con l’introduzione di nuove versioni di ChatGPT, capaci di generare immagini e simulare il linguaggio umano con una precisione senza precedenti. Questo sviluppo è stato sostenuto da un consistente investimento di Microsoft, che nel 2023 ha iniettato 10 miliardi di dollari nella società, portando il suo impegno totale a 13 miliardi di dollari.

Il recente round di finanziamento arriva in un momento di rapida espansione. A novembre, la società ha attraversato un periodo turbolento con il licenziamento e la successiva reintegrazione di Sam Altman, CEO dell’azienda. Nonostante questo, la società ha continuato a crescere, espandendo il suo consiglio di amministrazione e aumentando il numero di dipendenti.

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