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Le borse crollano ma le Big Tech investono nell’IA

Negli ultimi mesi, infatti, le principali aziende tecnologiche mondiali hanno intensificato significativamente i loro investimenti nell'intelligenza artificiale, suscitando tanto facili entusiasmi come altissime preoccupazioni tra gli investitori.

Giornata nera venerdì per la finanza, con le borse europee e giapponesi che hanno registrato cali significativi. Questi ribassi sono stati innescati principalmente dal pessimo andamento della borsa statunitense, influenzato da dati deludenti sul mercato del lavoro e da un generale clima di scetticismo sulle capacità delle grandi aziende tecnologiche di essere redditizie. Le azioni di Intel, Amazon, Tesla e Nvidia hanno subito pesanti perdite, trascinando al ribasso anche le società europee del settore.

Negli ultimi mesi, infatti, le principali aziende tecnologiche mondiali hanno intensificato significativamente i loro investimenti nell’intelligenza artificiale, suscitando tanto facili entusiasmi come altissime preoccupazioni tra gli investitori. Meta, l’azienda guidata da Mark Zuckerberg, ha annunciato un aumento straordinario della spesa per infrastrutture tecnologiche, passando dai 30 miliardi di dollari previsti per il 2024 ai 37 miliardi attuali, con ulteriori incrementi in vista per l’anno successivo. Zuckerberg ha dichiarato che preferisce investire rapidamente piuttosto che lasciare che i concorrenti prendano un vantaggio significativo nella corsa all’IA.

Questo trend di spesa vertiginosa non è isolato. Solo nell’ultimo trimestre, colossi come Apple, Amazon, Microsoft, Meta e Alphabet hanno speso complessivamente 59 miliardi di dollari in spese in conto capitale, segnando un aumento del 63% rispetto all’anno precedente. Questi investimenti sono stati principalmente destinati alla costruzione di data center e all’acquisto di chip sofisticati, essenziali per lo sviluppo delle tecnologie di IA. Nonostante le ingenti spese, solo Apple ha mantenuto una crescita più contenuta, poiché non costruisce direttamente i sistemi di IA più avanzati.

L’accelerazione degli investimenti ha sollevato non poche preoccupazioni tra gli investitori. Alphabet ha visto una diminuzione del 5% del prezzo delle sue azioni dopo aver riportato un incremento del 91% delle spese in conto capitale. Sundar Pichai, CEO di Alphabet, ha difeso questa strategia, sostenendo che i ritorni di questi investimenti richiederanno tempo, ma il rischio di non investire adeguatamente è decisamente maggiore.

La fiducia nelle potenzialità dell’IA generativa, alimentata dal successo di chatbot come ChatGPT, è alla base di questa corsa agli investimenti. Le big tech vedono in queste tecnologie un’opportunità unica per rivoluzionare settori che vanno dallo sviluppo del software aziendale alla ricerca farmaceutica. Alcuni esperti di settore, come il capo della ricerca azionaria di Goldman Sachs, Jim Covello, hanno espresso dubbi sull’effettiva capacità dell’IA di generare ritorni economici proporzionali agli investimenti.

Seguendo questi dubbi, tutti i principali listini europei hanno chiuso la giornata al ribasso, così come quelli statunitensi. Il FTSE Mib, l’indice più rappresentativo della borsa italiana, ha registrato una perdita del 2,58%, mentre il FTSE 100 di Londra ha chiuso con una perdita dell’1,42%. Anche il Dax 40 tedesco e il Cac 40 francese hanno subito cali significativi. Negli Stati Uniti, il Nasdaq, che ospita i principali titoli tecnologici, ha perso il 2,43%, avvicinandosi durante la giornata a un calo del 6%. L’S&P 500 e il Dow Jones hanno registrato rispettivamente perdite dell’1,84% e dell’1,51%.

Anche l’indice Nikkei, il più rappresentativo dei mercati finanziari giapponesi, ha chiuso in perdita, con un calo del 5,81%, principalmente causato dalla decisione della banca centrale giapponese di aumentare i tassi di interesse, incrementando il valore dello yen e innescando aggiustamenti negativi in borsa. I cali di venerdì si sono aggiunti a perdite precedenti, accentuando un clima di scetticismo sul potenziale ritorno economico degli investimenti in IA.

Nonostante l’entità di queste perdite, molti analisti ritengono che non siano indicative di un cambiamento generale nell’andamento dei mercati finanziari. Si tratta di eventi noti come “bull market” e “bear market”: dopo un lungo periodo di crescita sostenuta, in questo caso trainata dall’entusiasmo per l’IA, è naturale assistere a fasi di aggiustamento. Tuttavia, la fiducia delle Big Tech nell’IA come motore di trasformazione tecnologica e crescita a lungo termine rimane alta, continuando a guidare investimenti record nonostante le oscillazioni di mercato.

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