Motel 6, la storica catena di hotel economici lungo le autostrade americane, verrà venduta a Oyo, operatore alberghiero con sede in India. L’accordo, annunciato venerdì dalle due aziende, ha un valore di 525 milioni di dollari e sarà interamente in contanti. Oyo, alberghiero indiano, negli ultimi anni ha saputo costruire un impero internazionale partendo dall’idea di “cheap and cheerful” – economico e accogliente.
Fondata a Santa Barbara nel 1962, Motel 6 offriva allora stanze spartane a un prezzo simbolico di 6 dollari a notte, rigorosamente pagabili in contanti. Il prezzo si è ovviamente adattato ai tempi, ma l’essenza è rimasta la stessa: alloggi essenziali, a misura di viaggiatore con il portafoglio alleggerito. Ora, Blackstone, il colosso del private equity che controllava Motel 6 dal 2012, ne cede le chiavi a una compagnia che in meno di un decennio ha trasformato oltre 300 hotel negli Stati Uniti e altrettanti nel resto del mondo, contribuendo alla rinascita dei motel.
La vendita, prevista per la fine dell’anno, sembra chiudere un’epoca. Gautam Swaroop, il CEO di Oyo International, ha parlato con entusiasmo dell’acquisizione, elogiando la rete capillare di Motel 6 e il suo “forte riconoscimento del marchio”. Parole che fanno eco a un disegno più grande, quello di Oyo, che – con alle spalle investimenti titanici da parte di SoftBank – si è ormai conquistato un posto nell’ospitalità globale.
Eppure, a conti fatti, la transazione non sembra voler riaprire il dibattito sulle trasformazioni del capitalismo globale. Rob Harper di Blackstone ha dichiarato che questa operazione rappresenta un successo per gli investitori, più che triplicando il loro capitale.