Il Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti (D.O.T.) ha imposto una multa di 2 milioni di dollari a JetBlue Airways per ritardi cronici su diverse rotte della costa orientale tra il 2022 e il 2023. È la prima volta che l’agenzia federale sanziona una compagnia aerea per ritardi sistematici, definiti come voli operati almeno 10 volte al mese con ritardi superiori ai 30 minuti nel 50% delle operazioni. La metà della somma raccolta sarà destinata ai passeggeri coinvolti, con un risarcimento minimo di 75 dollari ciascuno.
La decisione arriva dopo mesi di segnalazioni su voli in partenza dal Kennedy International Airport di New York verso destinazioni come Raleigh-Durham, Orlando e Fort Lauderdale, e su altre tratte tra Connecticut e Florida. Tra giugno 2022 e novembre 2023, alcune di queste rotte hanno registrato ritardi cronici per cinque mesi consecutivi, con il 70% dei problemi attribuiti direttamente alla compagnia. Il Segretario dei Trasporti, Pete Buttigieg, ha dichiarato che questa azione è un monito per l’intera industria aeronautica: “Ci aspettiamo che gli orari di volo riflettano la realtà, non promesse irrealizzabili.”
JetBlue, attraverso il portavoce Derek Dombrowski, ha difeso il proprio operato, sottolineando gli investimenti multimilionari negli ultimi due anni per migliorare l’efficienza operativa. Tuttavia, ha anche evidenziato come i problemi di controllo del traffico aereo abbiano aggravato le difficoltà nelle regioni del Nordest e della Florida. Nonostante ciò, la compagnia si è classificata penultima per puntualità tra i principali vettori statunitensi nel 2023, con solo il 71% dei voli in orario e oltre il 9% dei ritardi causati da problemi interni.
La multa non è l’unico problema per JetBlue, che da anni fatica a tornare alla redditività. Dopo le difficoltà legate alla pandemia, nel 2023 la compagnia ha subito ulteriori contraccolpi, tra cui la mancata fusione con Spirit Airlines e la messa a terra di alcuni velivoli per mancanza di motori disponibili. Recentemente, JetBlue ha cercato di riorganizzarsi, tagliando rotte poco performanti come quelle tra New York, Miami e Houston, e puntando su servizi premium, inclusi voli domestici in prima classe e l’apertura di lounge aeroportuali.
