A Trump non piacciono i gusti europei sulle auto

In Europa non si vendono tante auto americane quante ne vorrebbe vendere Trump, che ha dato la colpa alle normative UE più stringenti - anche se le cose non stanno proprio così

Già durante il primo mandato la cosa non gli è mai andata giù. Adesso, Donald Trump è tornato a chiedersi perché gli europei non comprino auto americane, utilizzando i dati come arma per minacciare l’imposizione di dazi all’Unione Europea. Secondo Trump, i governi europei «Rendono impossibile vendere auto nell’Unione Europea». La questione tocca in particolare la Germania, dove i consumatori preferiscono modelli costruiti in patria, soprattutto dai grandi marchi tedeschi.

Trump ha sottolineato la scarsità di Chevrolet e Ford per le strade di Monaco, lamentandosi: «quante Chevrolet o Ford vedete in pieno centro a Monaco?». Dati e analisti mostrano, in effetti, che i veicoli americani sono rari sulle autostrade tedesche rispetto alle auto tedesche che popolano gli Stati Uniti. Dietro questa disparità, però, ci sono diversi fattori, tra cui, sì, normative europee più severe, ma anche e soprattutto le preferenze dei consumatori, nonché la dimensione stessa dei modelli americani, in genere più ingombranti.

«Naturalmente, in Germania circolano anche alcuni veicoli americani», ha spiegato Katharina Luca, portavoce di ADAC, la principale associazione automobilistica tedesca. Tuttavia, la presenza di grossi pickup come i Ram 1500 resta marginale, anche perché le strade e i parcheggi delle città europee – specie nei centri storici – sono spesso stretti e poco adatti a ospitare mezzi così voluminosi. Dal punto di vista normativo, inoltre, le case automobilistiche statunitensi si confrontano con standard di sicurezza e regolamenti sulle emissioni di CO₂ più restrittivi.

«Anche se riuscissero a soddisfare i requisiti tecnici», ha affermato Matthias Schmidt, analista del settore automobilistico a Berlino, «verrebbero presto persuase a uscire dal mercato una volta lette le clausole in calce sui target di emissioni di CO₂ per le flotte europee». Questo rende complessa la strategia dei produttori americani, che da tempo faticano a penetrare con successo il mercato continentale. Non a caso, General Motors ha venduto i suoi marchi europei già nel 2017, mentre Ford sta ristrutturando i suoi stabilimenti, investendo sull’elettrico ma riducendo il personale.

Un altro ostacolo è rappresentato dal costo del carburante. In Germania si paga circa 1,41 dollari al litro, pari a 5,50 dollari al gallone, contro i 3,10 dollari al gallone medi negli Stati Uniti: differenze che influenzano non solo i consumi, ma anche la scelta di motori più piccoli e auto più compatte. «I gusti americani sono diversi da quelli tedeschi», ha riassunto Fabian Brandt, consulente per l’industria automobilistica, richiamando l’attenzione anche sull’importanza di aspetti come i portabicchieri, elemento imprescindibile per un consumatore americano ma spesso trascurato in Europa.

Nonostante le critiche di Trump, molte delle auto tedesche vendute negli Stati Uniti vengono in realtà prodotte all’interno del territorio statunitense, in stabilimenti di Alabama, Carolina del Sud e Tennessee. E se negli Stati Uniti vanno per la maggiore i SUV della Serie X di BMW, costruiti in South Carolina, in Germania il SUV elettrico più diffuso è firmato da un marchio americano: la Model Y di Tesla, prodotta alle porte di Berlino.

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