A Red Hook, quartiere portuale di Brooklyn affacciato sull’East River, è arrivata una grande struttura in acciaio nero. Non è un’opera d’arte contemporanea né un nuovo padiglione industriale: è il guscio della futura +POOL, una piscina galleggiante che promette di rivoluzionare il rapporto dei newyorkesi con il proprio fiume. Nonostante se ne parli da oltre quindici anni, il progetto è ancora lontano dall’essere completato, ma questo primo approdo rappresenta un passo tangibile verso una delle idee più ambiziose mai concepite per lo spazio pubblico acquatico di New York.
+POOL è pensata per galleggiare sull’acqua, letteralmente. Il suo sistema di filtrazione, al centro del progetto, è in grado di depurare quotidianamente grandi quantità di acqua del fiume – oltre un milione di galloni – senza ricorrere a sostanze chimiche. Non sarà quindi una piscina tradizionale con acqua clorata, ma una struttura in cui si potrà nuotare in acqua fluviale resa balneabile da un sistema a più livelli, progettato per trattenere batteri e agenti inquinanti. L’obiettivo è permettere agli abitanti di Manhattan e dintorni di tornare a fare il bagno nel fiume, come accadeva agli inizi del Novecento, quando nuotare nell’Hudson o nell’East River era una pratica comune e incoraggiata anche dalle autorità sanitarie.
L’idea di una piscina galleggiante pubblica non è una novità assoluta per New York. Tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, la città aveva costruito delle cosiddette “floating baths”, chiatte ancorate ai moli con vasche immerse direttamente nelle acque fluviali. Venivano usate soprattutto dai bambini dei quartieri popolari, in un periodo in cui le abitazioni spesso non avevano né docce né acqua corrente. La +POOL si ispira idealmente a quelle strutture, ma ne aggiorna la funzione con tecnologia avanzata e un’estetica contemporanea, pensata anche per ospitare attività didattiche e sociali, oltre che la semplice balneazione.
Sebbene la forma definitiva della piscina debba essere quella di un grande simbolo “+”, da cui il nome, per ora ciò che si vede a Red Hook è una versione rettangolare ridotta, utile per testare il sistema di filtrazione su scala adeguata e ottenere i permessi necessari da parte delle autorità statali e municipali. Nei prossimi mesi, il guscio sarà completato con l’aggiunta del rivestimento interno, di una piattaforma superiore con spogliatoi e servizi, e dell’impianto tecnico sottostante. Solo dopo queste fasi il modulo verrà trasferito nella sua sede definitiva al Pier 35, sul versante sud-est di Manhattan.
La data stimata per l’apertura al pubblico è la primavera del 2026, anche se molto dipenderà dalla raccolta fondi e dall’iter autorizzativo. «Questa fase ci permette di iniziare a sperimentare il funzionamento della struttura insieme alla comunità», ha dichiarato Kara Meyer, direttrice dell’organizzazione no-profit che sostiene il progetto. In una città dove l’accesso gratuito e sicuro all’acqua rappresenta un tema sociale oltre che ambientale, la +POOL vuole essere un esperimento replicabile, capace di unire innovazione ingegneristica, riqualificazione urbana e memoria storica.