Ogni stagione natalizia, quando l’albero di Natale del Rockefeller Center illumina Midtown e trasforma New York in una cartolina, quasi nessuno immagina che questa tradizione iconica affondi le sue radici in un angolo aspro del Sud Italia: l’Irpinia.
La storia risale al 24 dicembre 1931. L’America era nel pieno della Grande Depressione e il futuro Rockefeller Center non era ancora che un enorme cantiere scavato nella roccia di Manhattan. Molti degli uomini che vi lavoravano erano immigrati italiani, e un numero sorprendente proveniva dalla provincia di Avellino, una regione montuosa dove gli inverni sono rigidi e le comunità fortemente unite.
Quella vigilia di Natale, quegli operai decisero di ritrovare un senso di casa. Misero insieme qualche moneta, comprarono un piccolo abete e lo decorarono con ciò che avevano a disposizione: ghirlande di carta, nastri, persino lattine lucidate per brillare come ornamenti. In una foto in bianco e nero scattata quel giorno, si può scorgere l’albero dietro una fila di lavoratori in attesa della paga: un simbolo umile e orgoglioso che svetta tra fango, impalcature e incertezza.
Diverse fonti storiche attribuiscono l’idea a un caposquadra originario dell’area di Avellino, un uomo forgiato dalle tradizioni della rurale Irpinia, dove le feste ruotavano attorno alla comunità, al calore del focolare e a semplici rituali che tenevano unite le famiglie. Per quegli operai, quel primo albero non aveva nulla a che fare con lo spettacolo: era un gesto di appartenenza. Era un modo per piantare un pezzo di Irpinia nel cuore di Manhattan, per ricordare a se stessi che la distanza non cancella l’identità.
Due anni dopo, nel 1933, il Rockefeller Center fece propria quella iniziativa spontanea e la trasformò in un evento ufficiale. Nacque così la cerimonia annuale di accensione dell’albero, che nel tempo è diventata una delle tradizioni natalizie più riconosciute al mondo. Oggi quegli alberi superano i 20 metri d’altezza, brillano con decine di migliaia di luci LED e portano sulla sommità una stella di cristalli Swarovski che cattura lo sguardo di milioni di visitatori.
Eppure, dietro tutto questo splendore, resiste un’eredità più silenziosa. L’albero di Natale del Rockefeller Center è, a suo modo, un omaggio alle mani degli immigrati che hanno costruito New York — molti dei quali provenivano dall’Irpinia — e a una terra che ha affrontato difficoltà, perdite e continui addii senza mai perdere il senso di comunità.
Ogni inverno, quando le luci si accendono e la folla acclama, un pezzetto di quella collina italiana continua a brillare nel cuore di Manhattan.




