Quando un camioncino marrone si ferma in un quartiere di New York, non è un furgone qualunque: è la Bookmobile di House of SpeakEasy, un’iniziativa che porta libri gratuiti in zone dove librerie e biblioteche sono rare. La città, con i suoi grattacieli e i suoi parchi, convive anche con spazi in cui i libri sono difficili da trovare: quartieri interi che gli organizzatori chiamano “deserti di libri”. Da lì nasce l’idea di portare la lettura su quattro ruote, con scaffali carichi di romanzi, racconti per bambini e saggi di ogni genere.
Il progetto ha preso forma nel 2017, quando l’organizzazione no-profit con sede a Manhattan decise di investire in un camioncino lungo più di otto metri, trasformandolo in una biblioteca mobile. Negli anni, la Bookmobile è diventata una presenza riconoscibile negli eventi di quartiere e nei festival letterari della città. Nel 2024, secondo i dati diffusi dagli organizzatori, sono stati distribuiti migliaia di volumi, consegnati a chi magari non avrebbe mai avuto accesso a una libreria a pochi isolati da casa.
A differenza di un prestito bibliotecario, i libri non si restituiscono. L’idea è che ogni lettore possa costruirsi una piccola biblioteca personale senza dover spendere nulla. Per i bambini, questo significa portare a casa un primo libro che diventa davvero loro; per gli adulti, la possibilità di scoprire un autore sconosciuto o di rileggere un classico senza pensarci due volte. Gli eventi a cui partecipa la Bookmobile non sono soltanto distribuzioni: spesso includono letture pubbliche, incontri con scrittori, momenti di narrazione collettiva.
Il calendario di questo autunno segue la geografia di New York: dal Bella Abzug Park di Manhattan alle piazze di Brooklyn, fino ad Astoria nel Queens e al Bronx. Alcune tappe coincidono con appuntamenti consolidati, come il Brooklyn Book Festival, altre con feste scolastiche o iniziative comunitarie. Il furgone diventa così un punto di aggregazione temporaneo, che mette insieme residenti di quartiere, studenti e passanti, legati dal gesto semplice di scegliere un libro.
Amanda Foreman, che ha cofondato House of SpeakEasy, racconta che «ci si sente come se stessimo facendo qualcosa insieme». Non è soltanto una questione di lettura, ma di socialità: i libri passano di mano e aprono conversazioni, divenendo modo diverso per tessere relazioni e unendo comunità che raramente condividono lo stesso spazio.