Cinque jazz club da conoscere a New York

Tra locali storici e spazi più recenti, una selezione di club che spiegano bene la varietà della scena jazz newyorkese

A New York il jazz ha una tradizione che risale agli anni successivi alla Prima guerra mondiale, quando la città divenne una delle mete principali per i musicisti afroamericani in cerca di nuovi spazi culturali e professionali. Nel corso del tempo il Village, Harlem e più recentemente Brooklyn hanno visto nascere club che hanno contribuito a consolidare la reputazione della città come uno dei centri mondiali del genere. Ancora oggi i locali storici convivono con spazi più recenti che hanno adattato l’offerta a pubblici e quartieri diversi.

Tra i luoghi più noti c’è il Blue Note, aperto nel 1981 nel Greenwich Village e oggi parte di un marchio internazionale con sedi anche a Milano e Tokyo. Ospita sia artisti di fama mondiale, come era già accaduto con Sarah Vaughn e Lionel Hampton, sia musicisti locali, mantenendo un legame diretto con il tessuto culturale del quartiere. Il programma include spesso contaminazioni con altri generi, dal soul all’hip hop.

Nel 1999 è stato inaugurato lo Smoke Jazz & Supper Club sull’Upper West Side. Dopo un periodo di chiusura dovuto alla pandemia, ha riaperto nel 2022 con uno spazio ampliato e una programmazione regolare che va dal mercoledì alla domenica. Oltre al club principale, è stata creata un’area esterna, lo Smoke Sidewalk Lounge & Café, accessibile anche senza biglietto per i concerti.

A Midtown West si trova l’Iridium, noto anche per il legame con il chitarrista Les Paul, che vi si esibì regolarmente per anni. Il locale ha una capienza di circa 180 persone e punta su un’offerta che combina cucina, una cantina con centinaia di etichette e un sistema audio rinnovato, che lo distingue tra i club della città.

Nel quartiere di Bushwick, a Brooklyn, l’Ornithology Jazz Club unisce concerti dal vivo, cucina vegana e spazi all’aperto utilizzati in estate. È un locale di piccole dimensioni che riflette la natura sperimentale della zona, con una programmazione che alterna artisti affermati e formazioni meno note.

Sempre a Bushwick, il Red Pavilion ha scelto di unire il jazz con altre forme di spettacolo, tra cui cabaret e performance di drag e burlesque. L’impostazione richiama l’estetica dei club asiatici e si rivolge a un pubblico interessato a un’offerta più varia rispetto ai tradizionali standard del jazz.

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