La Scuola d’Italia di New York ha avuto il privilegio di partecipare a un evento di straordinaria rilevanza internazionale: “70 Years of Partnership: Championing Multilateralism for a Shared and Sustainable Future”, tenutosi l’11 dicembre 2025 nella prestigiosa Camera ECOSOC delle Nazioni Unite.
L’evento ha celebrato il 70° anniversario dell’adesione all’ONU di sedici nazioni – tra cui l’Italia – che nel 1955 entrarono a far parte dell’organizzazione internazionale, segnando un momento cruciale nella storia della cooperazione multilaterale globale.
Durante le due ore di lavori, i nostri studenti e studentesse hanno assistito a un confronto di altissimo profilo che ha visto la partecipazione di figure di spicco del panorama internazionale. Dopo i saluti introduttivi di Elinor Jane Britt Hammarskjöld, Sottosegretaria Generale per gli Affari Legali e Consigliere Legale delle Nazioni Unite, esperti di calibro internazionale come Richard Gowan, direttore dell’International Crisis Group per l’ONU, l’Ambasciatore Martin Kimani, e Minh-Thu Pham, fondatrice di Project Starling, hanno animato una discussione ricca e stimolante.
I temi affrontati hanno toccato questioni centrali per il futuro dell’umanità: i successi e le sfide del sistema multilaterale nella promozione della pace, dello sviluppo sostenibile e dei diritti umani; le prospettive di riforma dell’ONU in vista dell’80° anniversario della Carta; l’impatto dell’intelligenza artificiale e della trasformazione digitale sull’agenda globale di sviluppo.
In un’epoca caratterizzata da crescenti tensioni geopolitiche, crisi climatiche e trasformazioni tecnologiche senza precedenti, il valore del multilateralismo non è mai stato così cruciale. Le Nazioni Unite rappresentano il principale forum dove nazioni con storie, culture e livelli di sviluppo diversi possono confrontarsi su un piano di parità, cercando soluzioni comuni a sfide globali.
L’Italia, che quest’anno celebra i suoi 70 anni di appartenenza all’ONU insieme ad altri quindici paesi, ha sempre giocato un ruolo significativo nel sistema multilaterale. Il nostro Paese ha contribuito attivamente alla promozione della pace, ai processi di mediazione internazionale, alle missioni di peacekeeping e alla cooperazione allo sviluppo, incarnando i valori di dialogo e collaborazione che sono alla base della Carta delle Nazioni Unite.
In un mondo sempre più interconnesso e interdipendente, la capacità di costruire ponti tra culture, religioni e sistemi politici diversi diventa non solo auspicabile, ma essenziale. Il multilateralismo ci insegna che la diversità non è un ostacolo ma una risorsa, e che solo attraverso il rispetto reciproco e la cooperazione possiamo affrontare le grandi sfide globali del nostro tempo.

Il valore educativo insostituibile di queste esperienze
Per i nostri studenti e studentesse, partecipare a un evento di questa portata rappresenta un’opportunità formativa di inestimabile valore, che va ben oltre le lezioni tradizionali. Essere presenti nella Camera ECOSOC, ascoltare diplomatici e analisti politici discutere di questioni che plasmeranno il futuro del pianeta, assistere al confronto diretto tra prospettive diverse: tutto questo trasforma concetti astratti studiati sui libri in realtà tangibili e urgenti.
Esperienze come questa insegnano ai giovani che la storia non è solo qualcosa che si legge, ma qualcosa che si vive e si costruisce insieme. Vedono con i propri occhi come funziona la diplomazia internazionale, comprendono la complessità delle relazioni tra Stati, scoprono che dietro ogni decisione globale ci sono persone che dialogano, negoziano, cercano compromessi.
Inoltre, partecipare a eventi alle Nazioni Unite alimenta nei giovani il senso di cittadinanza globale. In un mondo dove le sfide – dal cambiamento climatico alle pandemie, dalle migrazioni alla sicurezza informatica – trascendono i confini nazionali, è fondamentale che le nuove generazioni sviluppino una visione internazionale, la capacità di pensare in termini globali pur agendo localmente.
Queste esperienze stimolano il pensiero critico e l’interesse per le questioni internazionali, ispirando forse alcuni dei nostri studenti a intraprendere carriere nella diplomazia, nelle organizzazioni internazionali, nella cooperazione allo sviluppo o nel giornalismo internazionale. Ma anche per chi sceglierà strade diverse, la comprensione delle dinamiche globali rimarrà un bagaglio culturale prezioso per tutta la vita.
Una scuola aperta al mondo
La partecipazione della Scuola d’Italia a questo evento conferma la nostra vocazione internazionale e il nostro impegno a offrire ai nostri studenti un’educazione che guardi oltre i confini, in pieno stile IB. In una città come New York, sede delle Nazioni Unite e crocevia di culture da tutto il mondo, abbiamo la responsabilità e il privilegio di aprire ai giovani le porte della comprensione interculturale e della cooperazione internazionale.
Mentre celebriamo i 70 anni di Italia, Austria, Bulgaria, Cambogia, Finlandia, Ungheria, Irlanda, Giordania, Laos, Libia, Nepal, Portogallo, Romania, Sri Lanka e Spagna nell’ONU, guardiamo al futuro con la consapevolezza che i nostri studenti saranno i protagonisti del prossimo capitolo della storia multilaterale. Esperienze come quella dell’11 dicembre 2025 sono semi che piantiamo oggi per raccogliere domani i frutti di una generazione più consapevole, più aperta e più impegnata nella costruzione di un mondo più giusto, pacifico e sostenibile.
Il multilateralismo non è solo una questione di istituzioni e trattati: è prima di tutto una questione di persone, di visioni condivise, di volontà di costruire insieme. E questo inizia proprio dall’educazione dei nostri giovani.




