Il libro Be My Guest. Contemporary Welcoming, firmato dallo studio Parisotto + Formenton Architetti, edito da Rizzoli e in libreria dal 17 giugno, sarà presentato mercoledì 6 novembre alle 18.00 presso la Libreria Rizzoli di New York. All’incontro interverranno gli architetti Aldo Parisotto, Massimo Formenton e Antigone Acconci, che dialogheranno con Olivia Fincato sul tema dell’ospitalità contemporanea e sul ruolo dell’architettura nel definire nuovi modelli di accoglienza.
Il volume, curato da Raul Betti, Elisa Pegorin e Greta Ruffino, raccoglie una selezione di progetti che attraversano sei luoghi del Nord Italia — dalla Riviera Ligure all’Alta Langa, dai Colli Euganei alle Dolomiti fino al Friuli — dove lo studio ha sviluppato interventi in equilibrio tra natura, tempo e materia. Si tratta di un percorso editoriale che, nelle intenzioni degli autori, intende esplorare la dimensione dell’ospitalità come esperienza estetica e culturale, oltre che funzionale.

Fondato nel 1990 e attivo tra Padova e Milano, lo studio Parisotto + Formenton ha sviluppato una ricerca riconoscibile per sobrietà formale e attenzione al contesto, spaziando tra interior design, architettura museale, residenziale e retail. Negli anni ha collaborato con numerosi marchi del design e dell’arredo Made in Italy, tra cui True Design, Qu e DVO-Sitland, estendendo la propria attività anche alla progettazione nautica.
Nell’introduzione del volume, Elisa Pegorin descrive Be My Guest come un “diario di viaggio” che attraversa paesaggi italiani dove architettura e natura si incontrano, sottolineando come «il lusso non sia sfarzo, ma equilibrio». Un approccio coerente con la riflessione di Massimo Curzi, che riconosce allo studio la capacità di «muoversi tra ascolto e intervento, tra empatia e misura».


Con l’appuntamento alla Rizzoli di New York, lo studio porta oltre i confini italiani la propria riflessione sull’abitare, mettendo in dialogo la cultura mediterranea del progetto con la sensibilità americana per gli spazi dell’esperienza: un’occasione per discutere come l’architettura possa ancora interpretare l’idea di ospitalità e dell’abitare contemporaneo.




