Addio a Ronnie Rondell Jr., lo stuntman che bruciò per i Pink Floyd

È morto a 88 anni l’uomo in fiamme sulla storica copertina di Wish You Were Here

È morto all’età di 88 anni Ronnie Rondell Jr., lo stuntman passato alla storia come “l’uomo in fiamme” sulla copertina di Wish You Were Here, il capolavoro dei Pink Floyd pubblicato nel 1975. Come riportato da The Hollywood Reporter, Rondell si è spento il 12 agosto in una casa di riposo a Osage Beach, nel Missouri.

L’iconica fotografia, scattata da Aubrey Powell per la Hipgnosis nei piazzali della Warner Bros. a Burbank, divenne subito leggenda: due uomini in giacca che si stringono la mano, uno avvolto dalle fiamme. Per realizzarla, Rondell indossò uno strato ignifugo sotto l’abito, fu cosparso di benzina e incendiato più di quindici volte.

Un improvviso colpo di vento gli bruciò i baffi, ma lo scatto riuscì a catturare alla perfezione il senso di un disco che parlava di assenza, alienazione e dello show business capace di “bruciare” le persone.

La famiglia di Rondell è stata sempre immersa nel cinema: suo padre Ronald aveva lavorato come comparsa e assistente alla regia, mentre uno dei figli, R.A. Rondell, aveva proseguito la tradizione paterna come stuntman. Morì tragicamente nel 1985, ad appena 22 anni, in un incidente in elicottero sul set della serie Airwolf: una tragedia che segnò la vita del padre e di tutta la famiglia.

Rondell non fu solo l’uomo dietro quell’immagine iconica sulla copertina dell’album dei Pink Floyd: costruì una carriera lunga e intensa tra cinema e televisione. Per tre anni sostituì Robert Blake nella serie Baretta e lavorò come coordinatore degli stunt in produzioni firmate Aaron Spelling come Charlie’s Angels, Dynasty, S.W.A.T..

Sul grande schermo, la sua fisicità entrò in film come Grand Prix (1966), Hooper (1978), Arma letale (1987), Thelma & Louise (1991), Il corvo (1994) e persino in Matrix Reloaded (2003).

La copertina di Wish You Were Here, album che seguì lo straordinario successo di The Dark Side of the Moon, rimane il suo lascito più celebre. L’uomo che brucia diventò una metafora perfetta dell’alienazione e delle contraddizioni del successo, temi centrali nel disco e nell’intera parabola artistica dei Pink Floyd.

Con la morte di Ronnie Rondell Jr. scompare uno dei volti – anzi, dei corpi – che hanno contribuito a dare forma visiva a un’epoca musicale irripetibile. Ma quell’immagine, tra le più potenti della storia del rock, continuerà a vivere per sempre.

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