Un ragazzo di 13 anni, Sanjay Samuel, è morto mercoledì in un ospedale del Queens dopo essere stato colpito da un proiettile alla testa mentre si recava a scuola. Il ferimento era avvenuto lunedì mattina davanti a un esercizio commerciale su Linden Boulevard, nella zona di Cambria Heights. Secondo la ricostruzione della polizia, a sparare sarebbe stato un sedicenne identificato come il principale sospettato e ancora ricercato.
Le prime informazioni raccolte dagli investigatori indicano che la lite tra i due ragazzi sarebbe degenerata in una sparatoria. Il giovane sospettato, arrivato sul posto a bordo di uno scooter, avrebbe estratto un’arma dopo un alterco con un gruppo di coetanei, e in seguito avrebbe affrontato direttamente Sanjay colpendolo con un solo proiettile. Il ragazzo è stato portato in condizioni critiche al Cohen Children’s Medical Center, dove i medici hanno riscontrato danni cerebrali irreversibili.
Il Dipartimento di Polizia di New York ha ipotizzato un legame con le dinamiche tipiche delle gang giovanili, basandosi soprattutto sull’analisi di contenuti pubblicati sui social. Non risultano tuttavia precedenti a carico della vittima né un suo inserimento nei database cittadini relativi alle organizzazioni criminali. Il capo dei detective Joseph Kenny ha definito il sedicenne «un soggetto problematico noto nella zona», sottolineando che l’inchiesta è in corso.
Negli ultimi mesi vi sono stati diversi episodi violenti che hanno coinvolto minorenni in diverse aree della città. A giugno un diciassettenne era stato ucciso nel Bronx mentre giocava con delle pistole ad acqua, mentre il giorno successivo un quattordicenne del Queens era stato colpito a morte da un proiettile all’interno del proprio appartamento. In quel caso, un quindicenne era stato accusato di omicidio colposo di secondo grado.
Il padre di Sanjay, che lavora come inserviente in un ospedale del Queens, ha raccontato la difficoltà di questi giorni, mentre altri familiari hanno ricordato il tredicenne come un ragazzo appassionato di sport e musica reggae. Il fratellastro trentenne ha spiegato che cercava di fargli da punto di riferimento, pur rispettandone la riservatezza. «Essere sospesi a scuola o tornare a casa in ritardo sono errori da ragazzi» ha detto, «ma quello che è accaduto appartiene a un livello diverso, che non dovrebbe riguardare un tredicenne».