Si fingeva funzionario federale per estorcere mezzo milione di dollari: arrestato

L'uomo aveva incontrato la sua vittima in Cina e, in cambio di un visto americano, le aveva offerto un falso investimento di mezzo milione di dollari; non era la sua prima truffa

Tommy Aijie Da Silva Weng, un uomo di 49 anni residente a New York, è stato arrestato con l’accusa di aver truffato una cittadina cinese promettendole un visto di residenza permanente negli Stati Uniti in cambio di un investimento da mezzo milione di dollari. Secondo l’atto d’accusa federale reso pubblico venerdì, Weng si è finto un agente delle forze dell’ordine statunitensi e ha convinto la donna a versargli 501.500 dollari per un presunto progetto di costruzione di hotel in California, presentato come parte di un programma governativo. L’uomo è ora accusato di frode telematica, frode postale e usurpazione di funzioni di agente federale.

La vicenda risale al 2016, quando Weng ha incontrato la donna in Cina e si è presentato come un ufficiale federale in cerca di investitori per un progetto finanziato dagli Stati Uniti. Le aveva assicurato che, investendo almeno 500.000 dollari, avrebbe potuto accedere al programma EB-5, un canale legale che consente agli investitori stranieri di ottenere la green card a fronte di un consistente investimento in attività che generano occupazione negli Stati Uniti. La donna aveva accettato e firmato un contratto con Weng, versando l’intera somma richiesta sul conto della sua società, la Ding Cheng Overseas Management Inc.

Secondo i documenti depositati in tribunale, Weng aveva consegnato alla donna una ricevuta con un numero di pratica che avrebbe dovuto consentirle di monitorare l’avanzamento della sua domanda sul sito dell’USCIS, l’ente per la cittadinanza e l’immigrazione degli Stati Uniti. Tuttavia, il numero fornito non mostrava alcun dato personale e non corrispondeva ad alcuna pratica registrata. Quando la donna ha iniziato a sollevare dubbi, Weng ha attribuito i ritardi a non meglio precisati «problemi amministrativi» e ha continuato a rassicurarla per anni, sostenendo che si trattasse di un «programma sostenuto dal governo» che richiedeva riservatezza.

Nel 2018, Weng ha fornito un nuovo numero, che sul sito dell’USCIS risultava effettivamente approvato. Ma secondo i procuratori federali, non esiste alcuna prova che l’uomo abbia mai presentato una domanda EB-5 a nome della donna. Per mantenere la finzione, Weng le avrebbe anche chiesto periodicamente nuovi documenti personali, inviandole falsi aggiornamenti e immagini di bonifici che avrebbero dovuto testimoniare lo stato di avanzamento della pratica. In un’occasione le avrebbe detto di essere stato trasferito all’Interpol in Italia come agente del Dipartimento della Sicurezza Interna.

Quando la donna ha minacciato di ritirare la domanda e chiedere la restituzione dei soldi, Weng ha rimborsato solo una parte dell’investimento, circa 75.000 dollari. Secondo i pubblici ministeri, il resto del denaro sarebbe stato trattenuto da Weng, che nel frattempo continuava a mantenere una vita appariscente. Nei documenti si fa riferimento al fatto che l’uomo guidasse un Hummer rosso con una targa personalizzata, su cui compariva la sigla «BWTICE», probabilmente un riferimento sia a un tempio buddista di Flushing, nel Queens, sia all’agenzia statunitense Immigration and Customs Enforcement.

Weng era già noto alle forze dell’ordine: nel 2015 era stato arrestato per essersi finto un agente dell’FBI. In quell’occasione aveva convinto alcuni giovani a lavorare per lui come informatori sotto copertura, esibendo distintivi falsi e indossando abiti che riproducevano fedelmente quelli delle forze dell’ordine, inclusi giubbotti della polizia di New York e cappelli con la sigla ICE. Nel 2016 si era dichiarato colpevole di utilizzo illecito di distintivi ufficiali e aveva scontato la pena con il tempo già trascorso in custodia cautelare.

«L’imputato ha sfruttato il desiderio della vittima di diventare cittadina americana e inseguire il sogno americano», ha dichiarato il procuratore John J. Durham, «e le ha rubato non solo quel sogno, ma anche centinaia di migliaia di dollari». Weng resterà in custodia fino all’udienza di lunedì per la concessione della cauzione. I procuratori hanno chiesto che venga trattenuto, sottolineando i suoi numerosi legami con la Cina e la possibilità che possa fuggire.

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