Procede spedita verso la pena di morte la procuratrice di Luigi Mangione

La decisione è arrivata prima ancora che la difesa potesse presentare argomentazioni contrarie, e ha sollevato critiche per i toni politici usati dalla procuratrice Bondi

Una giuria federale ha formalizzato quattro capi d’accusa nei confronti di Luigi Mangione, il ventiseienne arrestato per l’omicidio di Brian Thompson, dirigente del settore sanitario, ucciso il 4 dicembre scorso mentre si recava a una conferenza a Midtown Manhattan. Il caso, già al centro dell’attenzione mediatica, ha assunto ancora più rilevanza dopo l’annuncio del procuratore generale Pam Bondi, che ha dichiarato l’intenzione del governo di richiedere la pena di morte.

Mangione era stato inizialmente incriminato da una denuncia federale, ma l’incriminazione formale da parte della giuria e l’ingresso del Dipartimento di Giustizia nella fase processuale indicano un’accelerazione decisa. «La direttiva del presidente è stata molto chiara: dobbiamo richiedere la pena di morte quando possibile», ha detto Bondi in un’intervista a Fox News il 6 aprile. L’uomo era stato arrestato cinque giorni dopo l’omicidio in un McDonald’s a Altoona, in Pennsylvania, e trasferito a New York.

L’indagine ha acceso forti reazioni da parte dell’opinione pubblica, in particolare da chi critica il sistema sanitario privatizzato degli Stati Uniti. Durante la sua ultima comparsa in tribunale, centinaia di sostenitori si sono radunati dentro e fuori l’edificio, mentre sul sito creato dalla difesa per raccontare la sua versione dei fatti sono stati raccolti oltre 900.000 dollari a sostegno delle spese legali. Nel carcere federale di Brooklyn, dove è detenuto, Mangione riceve quotidianamente numerose lettere di supporto.

Gli avvocati dell’imputato, tra cui Karen Friedman Agnifilo e Avi Moskowitz, hanno criticato pubblicamente la gestione della richiesta di pena capitale. Secondo loro, l’annuncio di Bondi sarebbe stato fatto «senza concedere alla difesa un’adeguata possibilità di presentare argomentazioni», violando le prassi stabilite. La decisione, affermano, sarebbe stata «esplicitamente e spudoratamente politica», motivata anche dalla volontà di ottenere visibilità sui social.

Mangione è attualmente imputato anche presso la giustizia statale: il procuratore distrettuale di Manhattan Alvin Bragg lo ha accusato di omicidio di primo grado in quanto atto di terrorismo, reato che prevede l’ergastolo senza condizionale. Il procedimento federale, che potrebbe condurre alla pena capitale, si preannuncia più lungo e complesso. I pubblici ministeri federali, nel frattempo, hanno respinto la richiesta della difesa di bloccare la possibilità di condanna a morte, sostenendo che non esistano motivazioni giuridiche sufficienti per impedirlo. Mangione si è dichiarato non colpevole.

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