Un uomo di 20 anni è stato accusato di omicidio in relazione alla sparatoria che ha visto ucciso un ragazzo di 13 anni a Brooklyn lo scorso febbraio. La polizia ha reso noto che Sheik Koureichi, residente nel quartiere, è stato arrestato lunedì scorso poco prima delle 13:00, dopo essere stato incriminato per ben 13 capi d’accusa, tra cui due per omicidio di secondo grado, e dieci per possesso di arma da fuoco. Il giudice Kim Petersen della Corte Suprema dello Stato di Brooklyn ha ordinato la carcerazione preventiva dell’uomo senza cauzione.
Koureichi è accusato di aver collaborato nell’uccisione di Troy Gill, un adolescente di 13 anni che è stato colpito mentre tornava a casa a Crown Heights, dopo aver assistito a una partita dei Brooklyn Nets al Barclays Center la sera del 29 febbraio. Secondo un ufficiale delle forze dell’ordine a conoscenza del caso, Koureichi non è ritenuto essere il killer materiale, ma un complice nell’omicidio. Le indagini sono ancora in corso e l’avvocato di Koureichi, Arnold Levine, ha rifiutato di commentare.
La sera del 29 febbraio, Troy aveva partecipato a una partita contro gli Atlanta Hawks alle 19:30, chiamando poi sua madre su FaceTime alle 22:10 per informarla che stava prendendo un Uber per tornare a casa. Dopo essere stato lasciato dall’Uber nel suo quartiere, è stato colpito da colpi di arma da fuoco. Troy ha immediatamente richiamato sua madre per avvisarla dell’accaduto, ma nonostante gli sforzi disperati della famiglia, il giovane è crollato vicino al Brooklyn Children’s Museum e successivamente dichiarato morto al Kings County Hospital.
L’omicidio di Troy si inserisce in una lunga serie di fatti di cronaca che hanno scosso il quartiere. A maggio, quindici adolescenti affiliati a gang di strada a Crown Heights e Bedford-Stuyvesant sono stati accusati di vari reati dopo una serie di scontri violenti tra bande rivali, che hanno provocato la morte di due sedicenni e il ferimento di altri dieci giovani nel corso di tre anni.
Nonostante la polizia colleghi l’omicidio agli scontri tra bande, la famiglia ha sempre negato che il ragazzo fosse coinvolto in attività criminali. Pochi giorni dopo l’omicidio, i genitori ed i parenti hanno partecipato a una veglia in suo onore in un parco giochi vicino a casa loro.