La città di New York si prepara a chiudere il grande rifugio per migranti allestito al Floyd Bennett Field, nel quartiere di Brooklyn. Il complesso, costituito da tende che ospitano circa 2.000 richiedenti asilo, si trova su un terreno federale concesso in affitto alla città. Proprio la proprietà federale del terreno ha fatto scattare l’allarme, temendo che una volta insediato Trump come Presidente, quest’ultimo possa annullare il contratto di locazione o, peggio, inviare agenti dell’immigrazione per effettuare arresti di massa.
Il sindaco Eric Adams e la sua amministrazione stanno valutando soluzioni per ricollocare le 500 famiglie presenti nel rifugio prima dell’insediamento presidenziale. Tuttavia, la decisione è complessa: il sito, finanziato dallo stato di New York con circa 250 milioni di dollari l’anno, rappresenta uno dei più grandi rifugi cittadini. Senza garanzie statali su nuovi fondi e spazi alternativi, la chiusura del Floyd Bennett Field rischia di lasciare centinaia di persone senza un luogo sicuro.
La struttura, già criticata per la sua posizione remota, le condizioni di vita spartane e alcuni casi di cronaca, è finita al centro di una polemica politica. Molti repubblicani e persino alcuni democratici locali si sono opposti alla sua apertura, sostenendo che fosse un utilizzo improprio del territorio federale. Nel frattempo, New York ospita ancora oltre 57.000 migranti distribuiti in 210 rifugi temporanei, ma il sindaco Adams ha dichiarato l’intenzione di ridurre le grandi strutture di emergenza man mano che l’afflusso si attenua.