Il Dipartimento per la Sicurezza Interna degli Stati Uniti ha annunciato ieri il rimpatrio di 116 migranti cinesi, effettuato tramite un volo charter. Questi individui erano stati intercettati mentre tentavano di entrare illegalmente negli Stati Uniti attraverso il confine con il Messico. Questo avvenimento segna un passo significativo in una serie di azioni intraprese dal governo americano per gestire e ridurre l’immigrazione irregolare.
Negli ultimi anni, gli Stati Uniti hanno affrontato notevoli difficoltà nel rimpatriare i cittadini cinesi, a causa della riluttanza del governo di Pechino a riprenderli. Tuttavia, il segretario alla sicurezza interna, Alejandro Mayorkas, ha ribadito la ferma volontà del governo statunitense di far rispettare le leggi sull’immigrazione. “Continueremo a far rispettare le nostre leggi sull’immigrazione e a respingere tutti coloro che non hanno supporti legali per rimanere in America”, ha dichiarato Mayorkas, sottolineando anche gli sforzi congiunti con la Cina per scoraggiare la migrazione irregolare e combattere il traffico di esseri umani.
Il flusso migratorio dalla Cina verso gli Stati Uniti ha visto un incremento significativo, con oltre 37.000 arresti di cittadini cinesi al confine meridionale nel 2023, un numero dieci volte superiore rispetto all’anno precedente. In risposta a questo fenomeno, il governo cinese ha dichiarato di opporsi fermamente a tutte le forme di immigrazione illegale, impegnandosi a contrastare i crimini che minano la sicurezza dei confini nazionali. Inoltre, la Homeland Security ha annunciato che continueranno i voli di rimpatrio, con ulteriori operazioni già pianificate. La situazione è ulteriormente complicata dalla decisione dell’Ecuador di reintrodurre i visti per i cittadini cinesi dal 1° luglio, interrompendo così una rotta chiave utilizzata dai migranti per raggiungere gli Stati Uniti.