Cosa sappiamo degli attentati a New Orleans e Las Vegas

A New Orleans, un pickup si è lanciato sulla folla uccidendo 15 persone e ferendone 30, mentre a Las Vegas un Cybertruck di Tesla è esploso davanti il Trump Hotel, uccidendo il conducente e ferendo dei passanti. Per ora non sembrano esserci collegamenti tra i due eventi

Nelle prime ore del nuovo anno, a Bourbon Street, nel cuore del quartiere francese di New Orleans, un pickup lanciato ad alta velocità ha travolto decine di persone, causando 15 morti e oltre 30 feriti, alcuni dei quali in condizioni critiche. L’attacco, avvenuto intorno alle 3:15 locali del 1° gennaio, è stato seguito da colpi di arma da fuoco prima che l’assalitore venisse ucciso dalla polizia.

Secondo le prime indagini dell’FBI, si tratta di un atto di terrorismo. A bordo del veicolo, preso a noleggio, è stata rinvenuta una bandiera dell’ISIS. L’uomo alla guida è stato identificato come Shamsun-Din Bahar Jabbar, un cittadino statunitense di 42 anni nato in Texas. Jabbar aveva un passato nell’esercito, una vita segnata da difficoltà personali e finanziarie, e si era convertito all’Islam molti anni fa.

La dinamica dell’attacco appare chiaramente premeditata. Anne Kirkpatrick, capo della polizia di New Orleans, ha sottolineato come l’assalitore mirasse deliberatamente a colpire il maggior numero di persone possibile. Video emersi successivamente mostrano quattro individui, presumibilmente complici, mentre piazzano ordigni artigianali nella stessa area del quartiere francese.

La tragedia si è consumata in un momento di festa: il Capodanno aveva attirato una folla numerosa nella zona, animata da concerti e spettacoli. Le misure di sicurezza, indebolite dal temporaneo smantellamento delle barriere per lavori in vista del Super Bowl di febbraio, si sono rivelate insufficienti a prevenire l’attacco.

Shamsun-Din Bahar Jabbar, padre di tre figli, aveva un passato complesso. Dopo anni nell’esercito, durante i quali aveva operato come esperto informatico anche in Afghanistan, era stato congedato nel 2020. Jabbar aveva una formazione in Sistemi informatici, ma negli ultimi tempi si era dedicato al settore immobiliare, accumulando però debiti significativi.

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La sua vita personale era segnata da diverse difficoltà familiari. Nel 2022, il secondo divorzio aveva aggravato la sua instabilità, portandolo a isolarsi ulteriormente. Secondo il fratello minore, Jabbar non aveva lasciato trasparire alcun indizio di piani violenti durante l’ultima conversazione avuta due settimane fa.

Il profilo di Jabbar delineato dai conoscenti è contraddittorio. Descritto come intelligente e riservato, aveva mostrato segni di instabilità crescente negli ultimi anni, rafforzati dalla sua profonda adesione alla fede islamica. Negli anni recenti, aveva espresso interesse per le criptovalute e le armi.

L’FBI sta esaminando i video pubblicati da Jabbar poco prima dell’attacco, nei quali l’uomo giura fedeltà all’ISIS. Questo materiale, unito alle prove raccolte, rafforza l’ipotesi che l’attacco sia stato motivato da ragioni ideologiche e orchestrato con l’aiuto di complici.

Il presidente Joe Biden ha espresso solidarietà alle vittime e alle loro famiglie, mentre Donald Trump, in un messaggio sul suo social network, ha diffuso informazioni errate sulla nazionalità di Jabbar, suscitando polemiche.

Poche ore dopo l’attentato a New Orleans, intorno alle 8:40 locali, un Cybertruck di Tesla è esploso vicino all’ingresso del Trump Hotel di Las Vegas, in Nevada. L’incidente ha causato la morte di una persona all’interno del veicolo e ferito sette passanti in modo non grave. Le autorità hanno trovato nell’auto contenitori pieni di benzina e altri combustibili.

Lo sceriffo di Las Vegas, Kevin McMahill, ha descritto l’esplosione del Cybertruck come un “incidente isolato”, ma le autorità stanno indagando per capire se ci siano collegamenti con la strage avvenuta a New Orleans. Il Cybertruck, un pickup con un design distintivo commercializzato da Tesla dal 2023, era stato noleggiato tramite l’app Turo, la stessa utilizzata dall’attentatore di New Orleans, alimentando l’idea di un attacco coordinato.

Il Cybertruck, partito dal Colorado, era arrivato a Las Vegas poco prima dell’esplosione. Dopo aver vagato per un’ora nel centro della città, si è fermato vicino al Trump Hotel, esplodendo 15 secondi dopo. Nonostante la presenza di materiali pericolosi all’interno del veicolo, le autorità ritengono che il conducente non avesse legami con l’ISIS o altre organizzazioni terroristiche. L’identità della persona alla guida è ancora sconosciuta, poiché non è stata ancora identificata.

Elon Musk, proprietario di Tesla, ha commentato l’incidente su X, affermando che l’esplosione potrebbe essere stata causata da fuochi d’artificio o una bomba, negando difetti nel veicolo. Tuttavia, le cause esatte dell’esplosione non sono ancora state confermate dalle autorità.

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