Rossini Perduto: la nuova opera ispirata dal maestro debutterà a New York 

Il gran compositore Gioachino Rossini scrisse 39 opere nella sua carriera prima di ritirarsi a soli 37 anni nel 1829. Secondo il team di Rossini Perduto, lasciò un lavoro in sospeso

IlNewyorkese ha incontrato le tre persone dietro questo ambizioso progetto musicale: il librettista Luigi Ballerini, il compositore David Winkler, e il regista Stefanos Koroneos. 

Rossini Perduto è basata su un vero incontro storico tra Rossini e l’autore francese Alexandre Dumas. Nel 1849, Rossini invitò Dumas a cena, dove discussero l’idea di collaborare su un’opera dal titolo Les Etudiants de Boulogne (Gli Studenti di Bologna). Uno degli ospiti presenti a tavola si offrì di prendere appunti sulla conversazione e di consegnarli a Rossini il giorno dopo. Purtroppo, questo non avvenne, e Rossini e Dumas abbandonarono il progetto.

Luigi Ballerini, un autore, poeta, e traduttore italiano che da anni vive qui negli Stati Uniti, scoprì questa storia tramite una serie di feuilleton scritti da Dumas, nei quali descriveva questo incontro e l’idea per la trama dell’opera. 

“Ed ecco com’è nata l’opera. Io e David [Winkler] vogliamo fare ciò che Rossini e Dumas non hanno fatto”, spiega Ballerini. 

La collaborazione tra i tre artisti è nata per caso. Ballerini e Winkler stavano già discutendo del libretto quando una conoscente comune gli ha suggerito Koroneos come regista.

“È davvero un lavoro di squadra: ci vogliono tante persone che si uniscono e lavorano insieme, tutte con la stessa mentalità, per farlo accadere”, racconta Winkler.

L’opera è divisa in tre atti. Il primo esplora perché Rossini non scrisse mai questa opera. Tra i personaggi che criticano Rossini per la sua “negligenza”, troveremo la sua ex-moglie e altri compositori, tra cui Wagner e Beethoven. Il secondo atto mette in scena una rappresentazione della fatidica cena tra Rossini e Dumas. Infine, il terzo atto è un “opera dentro l’opera” in cui conosceremo la trama perduta di Les Etudiants de Boulogne.

Koroneos non ha voluto rivelare quali elementi dello stile di Rossini troveremo nell’opera: “È una sorpresa”. Però, ha condiviso di aver tratto ispirazione dal mondo del cinema: “Mi sono ispirato molto a un famosissimo film muto tedesco, Metropolis, che è uno dei miei film preferiti. E ho pensato che fosse una grande opportunità per creare un progetto pieno di ombre e immagini in bianco e nero”.

Per la maggior parte, racconta Koroneos, il suo processo creativo è visivo. “Sono molto pratico in tutto. Da bambino, volevo fare il designer. Quindi i miei progetti sono realizzati in gran parte da me.” Da sempre, ha una memoria fotografica, e questo ha un grande impatto sul suo modo di vedere il mondo, ci racconta: “Lo vedo come un mosaico di un milione di cartoline, ognuna con una vita propria, e questo è ciò che creo: immagini vive.”

La scena più importante e memorabile di quest’opera, secondo Koroneos, ha luogo nel primo atto: “Un personaggio greco, che non è davvero legato a quello che Rossini stava facendo nella sua vita, riesce comunque a dirigere la conversazione e a far animare gli altri personaggi, tanto che quasi arrivano a litigare. E questa è una cosa che capita spesso nella vita di tutti i giorni”.

L’opera è stata scritta in italiano, una vera sfida per il compositore americano David Winkler: “Per me, come compositore, l’aspetto più difficile di tutto il processo è stato diventare il più fluente possibile nel comprendere le sfumature del libretto”, ha spiegato Winkler.

Tuttavia, comporre Rossini Perduto ha soddisfatto una delle grandi ambizioni di Winkler: “Questo processo è iniziato con il desiderio che ho sempre avuto di comporre un’opera in italiano. L’ho sempre voluto fare. l’italiano è la lingua più naturale e spontanea per l’opera”, ci ha raccontato. 

L’anno 2025 marca l’anniversario di 200 anni dalla messa in scena della prima opera a New York: Il Barbiere di Siviglia, proprio un lavoro di Rossini.

“Abbiamo concluso l’opera con una citazione del poeta americano Ezra Pound: <<Aver fatto invece di non fare non è vanità>>,  ha sottolineato Ballerini. “Stiamo dicendo che creare arte, come creare qualsiasi cosa, se sei personalmente responsabile di ciò che fai, è una fonte di piacere e felicità che non si può trovare da nessun’altra parte”.

Rossini Perduto debutterà al Teatro St. Jean il 22 maggio. I biglietti sono già in vendita.

Picture of Martina Di Licosa

Martina Di Licosa

Cresciuta a Roma, vive a New York da 5 anni. Si è laureata in produzione di cinema e televisione alla NYU, ed ha lavorato in grandi organizzazioni mediatiche tra cui NBC, CBS, FOX e Disney. Al momento, sta conseguendo un Master in Giornalismo, Business e Economia alla Columbia University.

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