Nicholas Latino è una delle figure centrali del Festival Italiano di Hoboken. In questa intervista riflette sulle sue radici molfettesi, sulla sua visita in Puglia e sul ruolo della comunità italo-americana.
Lo scorso anno è stato Presidente del Festival Italiano di Hoboken e resta profondamente devoto alla Madonna dei Martiri. Cosa rappresenta per lei personalmente questa tradizione e in che modo ha rafforzato il legame con le sue radici italiane?
Essere Presidente è stato un enorme onore per me e per la mia famiglia. Questa tradizione significa fede e speranza per tutti coloro che credono. È straordinario come la Società sia riuscita a mantenerla viva per tanti anni — anche durante il Covid abbiamo portato avanti la tradizione in qualche forma, cercando persino di migliorarla. Mi ha reso senza dubbio orgoglioso di chi sono e delle origini della mia famiglia.
Anche se ha visitato Molfetta una sola volta, durante la Settimana Santa, quell’esperienza l’ha segnata profondamente. Che cosa ha significato per lei e cosa vorrebbe esplorare la prossima volta che tornerà in Puglia?
La Settimana Santa è stata bellissima… Sentirne parlare è una cosa, ma esserci insieme alla mia famiglia e agli amici per viverla di persona è stato spettacolare. Sono stato felice di vedere quanto la folla rispettasse un evento così religioso, e la processione notturna è stata straordinaria. Mi piacerebbe trascorrere una settimana a Molfetta per approfondire le radici della mia famiglia.
Oltre al suo impegno nella Società, ha costruito anche una solida presenza professionale con la sua concessionaria Toyota nel New Jersey. Qual è stata la chiave di questo successo e come riesce a conciliare lavoro e impegno comunitario?
Credo che la mia etica del lavoro mi sia stata trasmessa quando ero giovane. Inoltre, la guida di mio cognato Giovanni Latino ha contribuito molto al mio successo. Il rispetto per le persone e per i loro bisogni è ciò che mi contraddistingue. Coinvolgere la comunità nella propria attività e farla sentire parte di essa rende tutto più gratificante. Un semplice “Grazie” o “Come stai oggi?” può fare la differenza nella vita di qualcuno.

Sia nel lavoro che nella vita comunitaria sembra guidato dall’orgoglio per le sue origini e da un forte senso di missione. Quali valori la guidano ogni giorno — e quale messaggio vorrebbe trasmettere alle nuove generazioni di italo-americani?
Il mio obiettivo è fare la cosa giusta e trovare soluzioni per aiutare le persone. Non tutti hanno avuto la fortuna che ho avuto io. Riuscire a rendere migliore la giornata dei miei clienti in qualsiasi modo possibile è per me importante.
Il messaggio che vorrei trasmettere ai giovani italo-americani è: non dimenticate mai da dove venite, siate orgogliosi delle vostre radici, restate umili e tramandate le vostre conoscenze a chi verrà dopo di voi.