C’è un filo che unisce chi parte e chi resta. Un filo fatto di memoria, radici, odori, e quella luce obliqua che solo Napoli sa regalare al tramonto. Lo sanno bene i presenti ieri al Jean’s Lafayette di New York, per l’incontro organizzato dall’associazione 081 – Stand for Naples dedicato alla nuova generazione di talenti napoletani nel mondo. Un gruppo selezionato di under 35 originari del capoluogo campano e che oggi vivono tra Stati Uniti ed Europa, protagonisti in settori come la finanza, l’imprenditoria, l’innovazione tecnologica e l’immobiliare, riunitisi per riflettere sulle connessioni possibili tra chi è partito e chi è rimasto, e sul potenziale che i giovani italiani all’estero rappresentano per il futuro del Mezzogiorno.
L’incontro, moderato da Davide Ippolito, imprenditore e founder de ilNewyorkese, il giornale di riferimento per gli italiani di New York, ha messo al centro l’idea che la distanza fisica da Napoli non significhi necessariamente distanza affettiva o progettuale. Ci si è chiesto: cosa ci ha regalato davvero il Sud? Quali sono le sue risorse nascoste, i suoi talenti ancora da far germogliare? E come possiamo immaginare un futuro in cui la formazione e l’esperienza all’estero non siano una fuga, ma una leva per far rinascere ciò che amiamo? A rispondere a queste domande c’erano Raffaele De Nigris, CEO del gruppo agroalimentare De Nigris, Diego Rodinò di Miglione, oggi a capo del real estate Nord America di EssilorLuxottica e Gabriele Cambriglia, managing director a J.P. Morgan.

Ogni intervento ha toccato un aspetto cruciale: dalla necessità di costruire ecosistemi imprenditoriali al Sud, al modo in cui l’esperienza all’estero può diventare leva – e non fuga – per il rilancio del territorio. E poi un dialogo con i relatori che ha toccato le competenze necessarie per fare impresa nel Mezzogiorno e gli incentivi necessari per il ritorno o, almeno, il coinvolgimento dei giovani expat nella vita economica e sociale dei loro luoghi d’origine. Sono inoltre stati individuati dei settori chiave in cui i giovani dovrebbero investire e puntare, come i servizi a valore aggiunto per l’agroalimentare che punta verso l’estero – logistica, call center digitali – e il turismo in chiave tech.
E poi un cenno anche alle altre iniziative di 081 – Stand for Naples: dalla Startup Challenge, che ogni anno incentiva e supporta 40 startup fondate da napoletani con panel e competizioni, incubando le vincitrici con un percorso e un premio in denaro, e il Private Equity Workshop, un fondo di investimenti di private equity dedicato al Sud Italia per favorire la crescita dell’economia e delle imprese. Il private equity è un ottimo strumento per regolare e aiutare le aziende dal punto di vista finanziario, supportandone la crescita e la creazione di posti di lavoro nell’indotto.
Il presidente di 081, Umberto Lobina, ha ricordato come siano due milioni i giovani italiani oggi emigrati dal Mezzogiorno. L’obiettivo dell’associazione è fare rete tra di loro e valutare in modo concreto le opportunità di rientro e investimento. L’idea di fondo è che questa diaspora giovanile, oggi spesso raccontata solo in termini di perdita, possa invece trasformarsi in risorsa. Una rete di competenze, visione e affetto che, se attivata nel modo giusto, potrebbe contribuire a scrivere una nuova storia per il Sud Italia.

Napoli è stata al centro della scena, tra entusiasmo e orgoglio. Non è mancato un momento dedicato allo scudetto, con un omaggio alle parole di Paolo Sorrentino – ricordate dal moderatore – che hanno attraversato l’intera serata come un filo emotivo: “È possibile essere felici nel posto più bello del mondo.”