Verranno sversati 170mila litri di acqua radioattiva nell’Hudson

La decisione di un giudice federale ha annullato la legge dello stato di New York che ne vietava lo scarico, e riguarda le acque contaminate della centrale nucleare dismessa di Indian Point

Un tribunale federale statunitense ha annullato la legge dello Stato di New York che vietava lo scarico di acque radioattive nel fiume Hudson, consentendo alla società Holtec International di riversare circa 170mila litri di liquidi contaminati provenienti dalla centrale nucleare di Indian Point, chiusa dal 2021. La norma, conosciuta come “Save The Hudson”, era stata approvata l’anno scorso con l’obiettivo di bloccare lo sversamento durante le operazioni di smantellamento dell’impianto.

La decisione è stata presa dal giudice distrettuale Kenneth Karas, che ha stabilito come la competenza in materia di regolamentazione dei rifiuti nucleari spetti esclusivamente al governo federale e non ai singoli stati. Holtec aveva sostenuto che la legge del 2023 impedisse l’uso di procedure di smaltimento già riconosciute a livello nazionale. L’azienda ha ricordato inoltre che scarichi simili erano stati effettuati regolarmente per oltre cinquant’anni di attività della centrale.

Le acque radioattive provenienti dagli impianti nucleari sono generalmente costituite da acqua normale che contiene isotopi come il trizio, un elemento radioattivo con emissioni considerate a bassa energia. Le autorità federali sostengono che, se diluito in grandi quantità d’acqua come avviene nei fiumi o negli oceani, il trizio non comporti rischi significativi per la salute umana, purché i limiti stabiliti vengano rispettati. Per questo la normativa statunitense consente scarichi controllati, come già avveniva in passato durante il funzionamento di Indian Point.

Gli oppositori di questa pratica fanno però notare che, nonostante i livelli possano rientrare negli standard, l’accumulo nel tempo e l’impossibilità di eliminare del tutto gli isotopi dall’acqua creano una fonte di preoccupazione. Gruppi ambientalisti e comunità locali contestano in particolare il principio stesso di riversare sostanze radioattive in un fiume, temendo effetti a lungo termine sugli ecosistemi e sulla percezione di sicurezza delle acque dell’Hudson.

Indian Point si trova a circa 55 chilometri a nord di Manhattan, lungo il corso dell’Hudson, ed è stata uno dei principali impianti di produzione energetica per l’area metropolitana fino alla chiusura, avvenuta dopo anni di contestazioni da parte di associazioni e residenti che ne denunciavano i rischi ambientali. La centrale, composta da tre reattori, aveva fornito fino a un quarto dell’elettricità della città di New York, quasi tutta a basse emissioni di carbonio. Dopo la sua dismissione, parte della produzione è stata sostituita da impianti a combustibili fossili.

La governatrice Kathy Hochul aveva firmato la legge “Save The Hudson” come risposta alle pressioni locali, ma già in precedenza aveva definito la chiusura della centrale una scelta dannosa per la sicurezza energetica dello stato. Nelle scorse settimane Bloomberg ha riportato che Holtec sta valutando, almeno sul piano teorico, la possibilità di riattivare Indian Point per rispondere all’aumento della domanda. L’ufficio della governatrice ha però escluso questa ipotesi, confermando l’intenzione di procedere con il completo smantellamento del sito.

Condividi questo articolo sui Social

Facebook
WhatsApp
LinkedIn
Twitter

Post Correlati

Ritorna il camping di lusso Governors Island

Se stai cercando una fuga perfetta dalla frenesia della città senza allontanarti troppo, Governors Island potrebbe essere la tua destinazione ideale. E se desideri trasformare questa breve fuga in un’esperienza indimenticabile, Collective Retreats è pronto ad accoglierti con le sue

Leggi Tutto »
Torna in alto