Più che un autunno, un forno. New York e il Nordest degli Stati Uniti stanno vivendo settimane che sembrano uscite da un incubo: incendi ovunque, dall’estremità settentrionale di Manhattan fino al confine con il New Jersey; una siccità che spacca il terreno e l’aria che sa di bruciato. Sono le conseguenze di una siccità persistente e di condizioni climatiche estreme.
A Inwood Hill Park, ultimo rifugio di querce rosse e tulipiferi, le fiamme si sono mangiate ettari di bosco. Lo scenario è devastante, se pensa che il parco è riconosciuto per la sua biodiversità e i suoi alberi secolari, ora trasformatosi in un campo di cenere. Le fiamme, che hanno richiesto l’intervento di 140 operatori di emergenza supportati da droni e unità specializzate, sono state domate giovedì, ma il danno resta evidente.
Non si tratta di un episodio isolato. Dal 29 ottobre, il Dipartimento dei Vigili del Fuoco di New York ha risposto a oltre 225 incendi di sterpaglie, un record che sottolinea la gravità della crisi. A peggiorare il quadro, nella giornata di mercoledì, è stato arrestato Jonathan Quiles, 20 anni, volontario dei vigili del fuoco di Long Island: secondo l’accusa avrebbe appiccato un incendio dando fuoco a delle palline di cotone sotto un’auto, causando un rogo in un’area già martoriata dalla siccità. Quiles si è dichiarato innocente, ma intanto è stato sospeso dal dipartimento dei vigili del fuoco, dal quale verrà licenziato in caso di condanna.
Ma la situazione non riguarda solo i sobborghi e i parchi urbani: L’incendio boschivo di Jennings Creek, che brucia lungo il confine tra New York e New Jersey, ha già distrutto oltre 2.000 ettari di terreno e causato una vittima, con centinaia di pompieri al lavoro, il tutto sotto gli occhi preoccupati della governatrice Kathy Hochul, che ha definito la situazione il suo “maggiore motivo di preoccupazione”.
E come potrebbe essere altrimenti? Central Park, ad esempio, ha registrato solo mezzo centimetro di pioggia in due mesi, contro i 5,8 centimetri di media, dopo un ottobre record per scarsità di precipitazioni. La Hudson Valley, che di solito si riempie dei colori autunnali, è secca come il deserto del Mojave. L’ottobre appena trascorso è stato il più arido di sempre per New York City, una città che non ha mai avuto problemi con l’acqua… almeno fino ad ora.
Per contrastare l’emergenza, le autorità hanno imposto un divieto totale di accensione di fuochi all’aperto e hanno esortato i cittadini a risparmiare acqua. Ma in alcuni luoghi sta diventando difficile anche respirare, creando disagi non solo per l’ambiente ma anche per la popolazione, come quella di Inwood, dove un residente ha detto che passeggiare è diventato pressochè impossibile a causa dei fumi.
E intanto il commissario dei vigili del fuoco di New York City, Robert S. Tucker, ha chiesto ai cittadini di rimanere vigili: le piogge mancheranno ancora per parecchio, e con il vento il rischio di incendi a rapida diffusione è elevatissimo. Ci si aspetta che la situazione prosegua almeno per altre due settimane, quando dovrebbero crescere le probabilità di precipitazioni in buona parte del Nordest