Non si può parlare di vera e propria distensione, ma è già qualcosa. Il presidente Joe Biden ha annunciato la rimozione dell’isola caraibica dalla lista degli sponsor statali del terrorismo. La decisione, ufficializzata martedì, arriva come parte di un accordo che prevede la liberazione di centinaia di manifestanti incarcerati dopo le proteste del luglio 2021, uno degli episodi di dissenso più significativi contro il governo comunista cubano negli ultimi decenni.
L’inclusione di Cuba nella lista aveva avuto pesanti conseguenze economiche, limitando l’accesso a investimenti e provocando ulteriori difficoltà per un Paese già in grave crisi. Sebbene l’uscita dalla lista rappresenti un passo importante, l’embargo commerciale statunitense e altre restrizioni rimarranno in vigore, frenando ogni possibilità di ripresa immediata. “C’è ancora molta strada da fare per migliorare la relazione tra i due Paesi”, ha commentato John S. Kavulich, presidente del U.S.-Cuba Trade and Economic Council.
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Acquista su AmazonQuello tra USA e Cuba è un lungo tira e molla politico. Durante l’amministrazione Obama, Cuba era stata rimossa dalla lista come parte di uno sforzo di normalizzazione, ma l’allora presidente Trump l’aveva reinserita nel 2021. Ora, Biden sembra rispondere agli appelli di leader internazionali, in particolare dell’America Latina, e della Chiesa cattolica, che ha giocato un ruolo cruciale nel negoziato per la liberazione di 553 detenuti.
Non tutti, però, vedono questa mossa come un progresso. I critici, tra cui il senatore Marco Rubio, notoriamente molto critico nei confronti del regime cubano, l’hanno definita un “regalo” a un governo autoritario. Anche Mauricio Claver-Carone, ex inviato di Trump per l’America Latina, ha bollato l’annuncio come “l’ennesimo accordo fasullo” che avvantaggia i regimi antiamericani.
Sul fronte interno cubano, il governo di Miguel Díaz-Canel ha accolto con favore la rimozione dalla lista, sottolineando anche come Cuba non avrebbe mai dovuto farne parte. Il rilascio dei prigionieri è stato presentato come una concessione “graduale” legata al Giubileo cattolico, ma molti dissidenti temono che i leader dell’opposizione ancora incarcerati vengano costretti all’esilio o ad ulteriori restrizioni.
La maggior parte degli esperti, comunque, ritiene che la distensione tra i due Paesi possa essere solo temporanea, in quanto le relazioni tra USA e Cuba restano molto fragili ed il cambio di amministrazione imminente a Washington potrebbe nuovamente cambiare le cose.