L’incrocio più odiato dai newyorkesi e più amato dai turisti

Ma se oggi è riconosciuto come uno dei simboli della metropoli a livello globale lo si deve soprattutto ad Oscar J. Gude, che per primo ci piazzò un'insegna luminosa

Times Square è uno di quei luoghi che tutti conoscono, anche senza esserci mai stati. Turisti di tutto il mondo si accalcano tra i suoi grattacieli, osservando ipnotizzati l’incessante alternarsi di pubblicità luminose, mentre i newyorkesi evitano con cura di passarci, lamentandosi del caos e della commercializzazione esasperata. Ma dietro a questo incrocio divenuto icona globale, si cela una storia fatta di intuizioni brillanti, innovazioni tecnologiche e qualche polemica.

La trasformazione di Times Square in un tempio della pubblicità iniziò agli albori del Novecento, quando Oscar J. Gude, un pubblicitario figlio di immigrati tedeschi, decise di sfruttare la neonata elettricità per rivoluzionare il marketing. La conformazione particolare della piazza, formata dall’intersezione in diagonale di Broadway con la Settima strada, rendeva il luogo ideale per installare cartelloni pubblicitari visibili a distanza. Gude intuì il potenziale di questa vetrina e nel 1904 piazzò la prima insegna luminosa: un brindisi animato per il whiskey della Trimble.

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Negli anni successivi, Gude perfezionò la sua tecnica, creando insegne sempre più spettacolari. Dai gattini che giocavano con rocchetti di filo ai cetrioli giganti della Heinz, Times Square divenne un palcoscenico luminoso capace di attrarre l’attenzione di chiunque ci passasse. Le insegne non si limitavano a vendere prodotti: trasformarono la piazza in un’esperienza sensoriale, tanto che già nel 1915 il quartiere era soprannominato “The Great White Way”, per via delle centinaia di migliaia di lampadine che lo illuminavano.

Non tutti però accolsero con entusiasmo questa rivoluzione luminosa. Alcuni residenti e associazioni borghesi criticavano le insegne come pacchiane, volgari e persino immorali. Una delle polemiche più accese riguardò un’insegna che mostrava una ragazza sollevare l’abito per ripararsi dalla pioggia, rivelando le caviglie e la sottogonna. Nel 1913, sotto la pressione dei residenti, il sindaco Gaynor istituì una commissione per regolamentare le insegne luminose, con restrizioni che nel tempo si estesero anche a Times Square.

Oggi Times Square è il simbolo del turismo di massa che invade New York, un luogo che molti considerano una trappola per turisti, ma che continua a esercitare un fascino magnetico. I newyorkesi possono detestarla, ma è difficile immaginare la città senza i suoi colori e le sue luci. Dopotutto, ogni grande spettacolo ha bisogno di un grande teatro.

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