Immigrati al confine col Messico in attesa di entrare in territorio americano | via Shutterstock

Legge sull’immigrazione negli Stati Uniti: Democratici vs Repubblicani

Ovvero quale futuro ci si aspetta sul fronte immigrazione: il pugno duro invocato da Trump in campagna elettorale o un ammorbidimento istituzionale adesso che è al potere?

Mentre la vicepresidente Kamala Harris non ha specificato un piano dettagliato sull’immigrazione, dalle sue dichiarazioni possiamo dedurre che avrebbe proseguito con l’attuale politica di “frontiere aperte,” in cui i migranti irregolari, una volta entrati negli Stati Uniti, vengono rilasciati e in alcuni casi ricevono una data per comparire in tribunale. Kamala ha annunciato che avrebbe implementato normative di sicurezza al confine, con l’incremento degli agenti ICE e più fondi per migliorare la sicurezza della frontiera. Ha anche dichiarato che avrebbe sostenuto una riforma per documentare i migranti irregolari e garantire loro una vita stabile. Sembrerebbe un piano perfetto, ma le politiche attuali non sono prive di difetti.

Nel 2021, gli Stati Uniti hanno raggiunto il numero più alto di migranti irregolari mai registrato, con 1.659.206 casi documentati. Non solo; molti migranti sono arrivati anche da altri paesi, inclusi Bulgaria, Vietnam e Turchia, come riportato dal CBP (Customs and Border Protection). Sembra che i migranti abbiano percepito una maggiore facilità nell’entrare in America. Inoltre, sempre nel 2021, il paese ha registrato il più alto numero di droghe introdotte illegalmente. Tra le sostanze rilevate dal CBP figurano fentanyl e cocaina.

Al contrario, le politiche di Trump sull’immigrazione sono state completamente opposte. Nel 2020, Trump ha implementato una politica di “tolleranza zero” che prevedeva la deportazione dei migranti con precedenti penali, la costruzione del muro, l’accelerazione dei procedimenti d’asilo e la politica del “Remain in Mexico” (per cui i migranti dovevano rimanere in Messico durante i loro procedimenti giudiziari). Per i prossimi quattro anni, il neo-eletto Presidente Trump ha annunciato una deportazione di massa all’interno della sua Agenda 47: i migranti privi di visto o documenti validi saranno deportati dagli Stati Uniti. Le ultime interviste dei repubblicani suggeriscono che l’amministrazione Trump intenda dare priorità alla deportazione di individui che hanno commesso crimini gravi e sono considerati pericolosi per la comunità.

Trump ha anche annunciato la continuazione del muro, l’eliminazione dei benefici pubblici per i migranti irregolari e l’abolizione del diritto alla cittadinanza statunitense per i figli di migranti irregolari. Ha inoltre proposto di eliminare alcuni tipi di visti, tra cui i visti U e T, emessi rispettivamente per le vittime di crimini avvenuti negli Stati Uniti e per le vittime di traffico di esseri umani. Ora che ha la maggioranza sia al Senato sia alla Camera dei Rappresentanti, potrebbe essere più facile per lui approvare nuove leggi.

Ma il Partito Democratico assisterà in silenzio o continuerà a opporsi, come Kamala ha annunciato nel suo discorso di concessione? Le conseguenze sociali ed economiche dell’agenda di Trump saranno significative. Famiglie verranno divise, e i genitori potrebbero essere costretti a scegliere se portare i figli in un paese insicuro o lasciarli soli negli Stati Uniti (laddove possibile). Le aziende perderanno personale. Se guardiamo alla situazione della Florida, almeno per ora, tutte le attività cercano nuovo personale: cosa accadrà quando i dipendenti attuali non saranno più nel paese?

Da anni i Repubblicani affermano che i migranti “rubano” lavoro ai cittadini statunitensi, eppure le aziende faticano a trovare manodopera sufficiente. Speriamo che l’agenda di Trump sia equa e includa una riforma del sistema, visto che lo stesso Trump ha spesso definito il sistema “rotto.” Ci auguriamo che la riforma sia giusta per tutti i migranti, provenienti da tutto il mondo. Dopotutto, sono stati i migranti a costruire gli Stati Uniti e a contribuire alla storia e all’economia di questo paese.

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