La difficile situazione dei carceri minorili di New York

La difficile situazione dei carceri minorili di New York

È il risultato della nuova legge "Raise the Age", che ha spostato molti detenuti dai carceri per adulti a quelli minorili, alzando l'età media ma anche il tasso di violenza. E intanto si attendono i finanziamenti promessi

Nei due principali centri di detenzione minorile di New York, Horizon nel Bronx e Crossroads a Brooklyn, la situazione è sfuggita di mano: l’aumento di giovani detenuti accusati di crimini violenti ha creato un clima di caos che mette in pericolo la sicurezza di operatori e minori. È quanto emerge da un’inchiesta del Dipartimento di Investigazione di New York, che descrive una realtà allarmante fatta di aggressioni, minacce e contrabbando di armi improvvisate come lame in ceramica e rasoi. La legge “Raise the Age”, introdotta nel 2017 per garantire un trattamento più rieducativo ai giovani detenuti, ha trasferito molti di loro dai penitenziari per adulti ai centri minorili, ma l’impennata di arrivi e il nuovo profilo dei residenti hanno reso difficile il lavoro degli addetti alla sicurezza.

Il paradosso è che, tra il 2018 e il 2023, il numero di ragazzi in custodia per omicidio è schizzato da sette a 134. Gli operatori, non formati per fronteggiare una tale ondata di violenza, dichiarano che sono i residenti a “gestire le strutture”, con rivolte frequenti che necessitano dell’intervento della polizia e dipendenti che arrivano a indossare più strati di vestiti sotto le uniformi per proteggersi da possibili attacchi. Alcuni supervisori, inoltre, hanno consigliato di tollerare il possesso di marijuana tra i residenti per evitare ulteriori tensioni.

E mentre l’Amministrazione per i Servizi ai Minori rivendica una diminuzione della violenza grazie a nuovi programmi di supporto, le testimonianze di oltre 100 dipendenti suggeriscono una realtà ben diversa. Ccon turni di lavoro estenuanti che superano spesso le 60 ore settimanali, la gestione dei detenuti è diventata davvero difficile.

Chiaramente, il dibattito sulla legge “Raise the Age” è ora al centro delle polemiche: sebbene la misura fosse accompagnata da un finanziamento di 800 milioni di dollari per programmi di prevenzione della violenza, gran parte di questi fondi non è stata ancora erogata. Critici e sostenitori si scontrano, ma è chiaro che il nodo da sciogliere non risiede tanto nella legge quanto nella sua applicazione.

Intanto, il rapporto del Dipartimento di Investigazione contiene 15 raccomandazioni, tra cui una maggiore formazione per il personale e una revisione degli strumenti di gestione comportamentale, come i sistemi di premi, che non hanno sortito l’effetto sperato. Anche se la città può chiedere al tribunale il trasferimento dei maggiorenni in strutture per adulti, l’uso di questa opzione è stato finora limitato.

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