La più americana delle catene, il più globalizzato dei fast food, si trova al centro di un nuovo caso di sicurezza alimentare. Un’epidemia di E. coli legata agli hamburger Quarter Pounder di McDonald’s ha provocato la morte di una persona e il contagio di altre 49, secondo quanto riferito dal Centers for Disease Control and Prevention (C.D.C.). La contaminazione ha colpito principalmente il Colorado e il Nebraska, e la colpa, si sospetta, sarebbe delle cipolle affettate servite sui Quarter Pounder. McDonald’s ha immediatamente sospeso la vendita dell’hamburger in 13 stati, tra cui il Kansas e il Nuovo Messico, dove si sono concentrati i primi casi.
Le cipolle in questione, servite esclusivamente sui Quarter Pounder, sono state ritirate dal menù mentre le autorità sanitarie, con il supporto della Food and Drug Administration (F.D.A.), continuano a indagare. Non si esclude che la contaminazione possa coinvolgere anche le polpette degli hamburger. McDonald’s ha però rassicurato i clienti che altri articoli del suo menu, inclusi cheeseburger e hamburger classici, non sono stati interessati dall’epidemia.
Intanto, dieci persone sono già finite in ospedale, tra cui un bambino con gravi complicazioni. Una persona in Colorado ha perso la vita. I sintomi dell’infezione da E. coli, che solitamente si manifestano quattro giorni dopo il consumo del cibo contaminato, comprendono diarrea e crampi addominali intensi. Nei casi più gravi, il batterio può causare problemi renali potenzialmente letali, richiedendo intervento medico urgente.
Bill Marler, avvocato specializzato in sicurezza alimentare, ci ricorda come le cipolle siano una delle verdure più difficili da coltivare in modo sicuro, e di come siano già state collegate ad altre malattie di origine alimentare, come la salmonella. Secondo Marler, se le cipolle contaminate sono state distribuite anche ad altri fornitori o catene, l’epidemia potrebbe espandersi rapidamente.
