A New York, il primo e unico rifugio pubblico per animali del Queens, realizzato con un investimento di 75 milioni di dollari, è entrato in difficoltà prima ancora di aprire ufficialmente le porte, a fine luglio. La struttura, che avrebbe dovuto aiutare a rendere le adozioni degli animali più semplici, si trova ora a dover affrontare gravi problemi gestionali e di sovraffollamento.
Il rifugio di 4.700 metri quadrati era stato progettato per ospitare 72 cani, con ampi box, sale per i gatti liberi di muoversi e strutture veterinarie all’avanguardia. Poco prima dell’apertura, però, è stato incaricato di accogliere 77 cani trasferiti da un altro rifugio cittadino a Brooklyn, chiuso per ristrutturazioni. Il consigliere comunale Robert Holden ha denunciato la situazione dopo aver ricevuto foto che mostravano cani in condizioni precarie: rinchiusi in piccoli box, coperti di escrementi, con coperte strappate e ciotole vuote o rovesciate.
Robert Holden ha visitato il Queens Animal Care Center, confermando le preoccupazioni. Il consigliere racconta di essere stato accolto da un intenso odore di escrementi e un assordante abbaiare, mentre ha constatato problemi strutturali come perdite dal tetto e una ventilazione insufficiente. “Molte cose non funzionano”, ha dichiarato Holden, mettendo in luce come la realtà del rifugio sia ben lontana dalle aspettative che circondavano la sua apertura.
Esperti di soccorso e sostenitori del benessere degli animali avvertono che la crisi del rifugio nel Queens riflette il flusso continuo di animali bisognosi di una casa, unito a un calo dei tassi di adozione. Problemi che stanno portando queste strutture al collasso. In poco più di un mese dall’apertura, la popolazione canina del rifugio ha raggiunto il 210% della capacità prevista, mentre i gatti presenti sono quasi il doppio del numero gestibile.
Katy Hansen, portavoce di Animal Care Centers of NYC, l’organizzazione che gestisce il rifugio, ha riconosciuto la gravità della situazione, ma ha difeso l’operato dello staff e dei volontari. Nonostante le difficoltà, ha affermato, il personale sta facendo del proprio meglio per gestire la situazione. Tuttavia, ha sottolineato come i rifugi cittadini non siano progettati per far fronte a un numero così elevato di animali, una crisi che potrebbe peggiorare ulteriormente dato che il rifugio di Brooklyn non riaprirà prima del 2026 e il nuovo rifugio del Bronx, previsto per l’anno prossimo, potrà ospitare solo 70 cani.