Se c’è qualcosa che rallenta davvero la vendita delle auto elettriche, questo è sicuramente il problema dell’autonomia, legato anche alle poche stazioni di ricarica pubbliche sul territorio e alla loro difficile utilizzabilità. Per questo, quando Elon Musk, amministratore delegato di Tesla, ha annunciato di aprire la rete Supercharger ai veicoli di altre case automobilistiche, l’entusiasmo di conducenti ed esperti del settore era palpabile. Oggi, però, a più di un anno di distanza, la situazione appare ben diversa dalle aspettative iniziali.
Nonostante la rete Supercharger di Tesla conti quasi 30.000 prese di ricarica rapida tra Stati Uniti e Canada, essa rimane per lo più inaccessibile ai veicoli che non siano Tesla. I ritardi nell’aggiornamento dei software e la carenza di hardware specifico hanno ostacolato la realizzazione delle opportune conversioni, alimentando dubbi su un possibile ripensamento da parte di Musk riguardo all’apertura della rete, forse preoccupato che un accesso esteso possa avvantaggiare la concorrenza, sottraendo clienti a Tesla che, negli ultimi tempi, ha anche visto un calo delle vendite.
L’annuncio recente di Tesla, che ha dichiarato di aver aumentato la produzione di adattatori necessari per connettere i veicoli di altre marche ai suoi Supercharger, ha alleviato solo parzialmente questi timori. La fabbrica Tesla a Buffalo sta attualmente producendo 8.000 adattatori a settimana, un componente essenziale per le case automobilistiche come Ford e Rivian. Non è ancora stato reso noto quando questi adattatori saranno effettivamente disponibili per i proprietari di altri veicoli elettrici non Tesla.
Il processo di apertura della rete Supercharger è stato inizialmente suddiviso in tre fasi. La prima prevede l’aggiornamento del software sia da parte di Tesla sia delle altre case automobilistiche, per garantire la compatibilità tra i veicoli e le stazioni di ricarica. La seconda fase riguarda la produzione e la distribuzione di adattatori, mentre la terza, prevista per l’anno prossimo, consiste nell’integrazione diretta delle spine Tesla sui nuovi modelli di auto elettriche, eliminando così la necessità di adattatori.
Al momento, solo Ford e Rivian hanno superato la prima fase con Tesla, ma anche per i loro veicoli l’accesso alla rete Supercharger rimane limitato a causa della scarsa disponibilità di adattatori. General Motors, che aveva inizialmente previsto di completare il coordinamento software con Tesla entro la primavera, ha recentemente posticipato il termine a fine anno, con altre case automobilistiche pronte a seguire GM nel corso del 2024.
A questo si aggiunge il rallentamento nella produzione di nuovi Supercharger, un problema significativo per l’amministrazione Biden, che sta cercando di incentivare l’espansione delle infrastrutture di ricarica per promuovere l’uso di veicoli elettrici. Nel 2023, Tesla ha installato quasi 6.000 prese di ricarica rapida negli Stati Uniti, ma il ritmo delle installazioni è drasticamente calato nella seconda metà dell’anno, secondo dati forniti dalla società di ricerca Rho Motion.
Stanchi di attendere gli sviluppi, molti proprietari di auto elettriche hanno iniziato ad acquistare adattatori da fornitori terzi, ignorando le controindicazioni delle case produttrici. Il costo di un adattatore online si aggira attorno ai 200 dollari. Evidentemente una cifra che i proprietari sono disposti a spendere per eliminare l’ansia dell’autonomia delle proprie auto nelle le tratte più lunghe.