Le lingue minacciate a New York: un riflesso della diversità urbana

Nel contesto delle lingue minacciate, New York City rappresenta un’eccezione al concetto tradizionale di luoghi remoti o esotici. Ross Perlin, rinomato linguista, sottolinea che la percezione comune di esplorare montagne o isole remote per documentare lingue in pericolo non corrisponde più alla realtà. Ad esempio, delle circa 700 persone che parlano il Seke nel mondo, la maggioranza si trova in un gruppo di villaggi in Nepal, ma sorprendentemente oltre 150 vivono a Brooklyn. Un’altra lingua in via di estinzione, il Bishnupriya Manipuri, è diventata minoritaria anche nel Queens, nonostante le sue radici siano in Bangladesh ed in India.

Perlin sottolinea che la concentrazione di lingue in pericolo a New York e nei suoi dintorni è senza precedenti. Con oltre 11 anni dedicati alla documentazione di queste lingue, Perlin avverte che questa opportunità unica potrebbe non ripresentarsi mai più, soprattutto considerando la tendenza alla scomparsa delle lingue nel prossimo secolo.

I linguisti Ken Hale e Michael Krauss, circa 30 anni fa, avevano già segnalato una nuova forma di perdita linguistica, in cui lingue dominanti come l’inglese rischiavano di soffocare le lingue e culture indigene locali. Questo fenomeno ha accelerato la scomparsa di centinaia di lingue, mettendo in pericolo la diversità linguistica e culturale del pianeta.

Perlin sottolinea che le lingue in pericolo non rappresentano solo un insieme di parole, ma piuttosto migliaia di esperimenti culturali che offrono un’importante prospettiva sull’umanità. Attraverso l’Endangered Language Alliance (ELA), Perlin e il collega Daniel Kaufman hanno mappato le lingue parlate a New York, offrendo un quadro esaustivo della diversità linguistica della città.

L’ELA ha attirato l’attenzione di Thelma Carrillo, scienziata della ricerca presso il Dipartimento della Salute di New York, che ha notato una lacuna nelle informazioni demografiche riguardanti le comunità indigene dell’America Latina. L’ELA ha quindi svolto un ruolo cruciale nel facilitare la comunicazione tra queste comunità e le agenzie cittadine.

Con l’inizio della pandemia, New York City ha intrapreso un’azione ufficiale coinvolgendo nove lingue indigene e registrando video in diverse altre lingue in pericolo. Questo impegno rappresenta probabilmente il primo riconoscimento ufficiale dell’esistenza di queste comunità da parte della città, dimostrando un nuovo livello di sensibilità nei confronti della diversità linguistica e culturale.

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