Anthony Mangieri non fa solo una pizza napoletana

Un racconto che parte dal New Jersey, passa per l’Italia e arriva al Lower East Side, dove Mangieri ha costruito un’idea di cucina fatta di gesti ripetuti, scelte radicali e un controllo totale su ogni pizza che esce dal forno

Anthony Mangieri, fondatore di “Una Pizza Napoletana”, è oggi considerato uno dei pizzaioli più influenti e rispettati a livello internazionale. Originario del New Jersey, cresciuto in una famiglia italo-americana proveniente da Sant’Arsenio, in provincia di Salerno, Mangieri ha respirato sin da giovane il legame profondo tra cibo e cultura. Da ragazzo, un viaggio in Italia con sua madre lo ha immerso nella tradizione culinaria delle terre natali della sua famiglia, facendogli scoprire la magia della pizza napoletana e dei sapori autentici italiani.

Questo amore per la tradizione lo ha spinto, poco più che ventenne, ad aprire il suo primo panificio, il “Sant’Arsenio Bakery”. Nel 1996 arriva la prima versione di “Una Pizza Napoletana” a Point Pleasant Beach, poi la pizzeria si sposta nell’East Village di New York e, dopo una breve parentesi a San Francisco, nel 2018 si stabilisce definitivamente al 175 di Orchard Street, nel Lower East Side. Per Mangieri esiste una regola ferrea: ogni pallina di impasto deve essere fatta da lui, con le sue mani. Se non è presente, la pizzeria resta chiusa. Una scelta radicale che dice molto della sua dedizione assoluta all’arte della pizza.

La qualità e l’autenticità del suo lavoro sono riconosciute a livello globale: “Una Pizza Napoletana” è stata inserita tra i Bib Gourmand della Guida Michelin, confermando l’eccellenza dei suoi prodotti.

E non è solo pizza: Anthony celebra anche i dolci italiani, veri ambasciatori del patrimonio culinario del nostro Paese, recentemente riconosciuto dall’UNESCO. Al pop-up “Caffè Napoletana” di domenica scorsa, ha presentato il suo panettone natalizio, realizzato in esclusiva per la sua pizzeria da Infermentum, laboratorio artigianale di Stallavena, Verona. Qui, tra lievitazioni lente e pasta madre, nascono dolci che valorizzano solo ingredienti naturali, senza aromi né conservanti chimici, con un’attenzione maniacale alla qualità delle materie prime. Un vero e proprio laboratorio dove la tradizione italiana incontra l’eccellenza moderna.

Oggi, più che mai, la cucina italiana a New York è celebrata come simbolo di eccellenza. Dai ristoranti storici alle nuove aperture, ogni piatto racconta una storia di passione, territorio e maestria artigianale. Non è solo il gusto a fare la differenza, ma anche la capacità di trasformare ingredienti semplici in esperienze memorabili, capaci di catturare l’immaginazione dei food lovers di tutto il mondo. La pizza napoletana di Mangieri e i dolci di Infermentum non sono semplicemente cibo: sono ambasciatori di un patrimonio culturale e gastronomico che continua a sorprendere, conquistare e consolidare la reputazione della cucina italiana come vera protagonista sulla scena internazionale, e in città cosmopolite come New York, celebrata e riconosciuta per la sua autenticità e qualità senza compromessi.

Nei giorni scorsi il panettone è stato assaggiato e approvato anche dalle signore Grazie e Teresa dell’Antico Forno Santa Caterina di Altamura, vere guru della panificazione e seguitissime food influencer. Vedere Anthony a Matera, mentre prepara qualcosa insieme a loro, sarebbe davvero una combo incredibile!

Immagine di Michele Mari

Michele Mari

Michele Mari è un direttore creativo italiano e art director con base a Manhattan. Vive e lavora a New York, città che ama profondamente — quasi quanto ama la pizza. Quando non lavora su campagne o concept creativi, va a caccia delle storie (e delle fette) più sorprendenti della città, raccontandole su Instagram.

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