Sul confine della bellezza: la rinascita della Frick Collection

C’è una soglia sottile, un confine impercettibile tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato: è lì, in quell’interstizio fragile e luminoso, che nasce la bellezza.

La Frick Collection racconta proprio questo: la storia di un uomo che ha abitato quella soglia ogni giorno della sua vita. Henry Clay Frick, industriale spietato e collezionista appassionato, figura controversa e visionaria, ha lasciato un segno profondo nella storia americana e del mondo intero. Perché il suo Museo non è solo un luogo; è una macchina del tempo capace di farci rivivere la Gilded Age, l’epoca in cui l’America, ricca e inquieta, iniziava a guardare negli occhi il Vecchio Continente e a competere con esso sul terreno dell’arte e della cultura.

Eppure, il viaggio nella Frick Collection comincia molto prima dell’ingresso. Comincia sulla Fifth Avenue. Si cammina immersi nel caos: negozi urlanti, traffico che scorre come un fiume irrequieto, grattacieli che sovrastano tutto. Poi, quasi impercettibilmente, qualcosa cambia. È come se un velo di silenzio iniziasse a calare, primo indizio di un’altra dimensione. I passi diventano più netti, si cominciano a sentire davvero. Lo sguardo sale dalle vetrine agli alberi, poi si sposta su un edificio che non dovrebbe essere lì eppure c’è, saldo e sicuro come un frammento di un altro secolo, affacciato sulla bellezza di Central Park.

La casa-museo appare improvvisa: elegantissima, imponente, pura nel suo equilibrio. La sua facciata sembra respirare un altro tempo, e senza accorgersene si abbassa la voce, come si fa quando ci si trova davanti a qualcosa di sacro. Il caos alle spalle continua, ma non ci riguarda più. E appena si varca la soglia, non è soltanto la vista a catturare: è l’odore.
Un odore di antichi legni lucidi, di tappezzerie che hanno assorbito decenni di vite, di carte e libri che raccontano storie. Si mescola al profumo umido delle piante che abbracciano la famosa fontana interna, al sentore quasi impercettibile delle tele, dei pigmenti, del tempo stesso. La bellezza non è solo negli occhi: è nell’aria. Avvolge, scalda.

In questo spazio sospeso, la figura di Henry Clay Frick torna a emergere nella sua complessità. Uomo dalle origini modeste, contabile in Pennsylvania diventato magnate dell’industria del coke, alimentò l’esplosione siderurgica di Pittsburgh. Da presidente della Carnegie Steel non esitò a prendere decisioni durissime, che portarono a scioperi violenti e segnarono una delle pagine più oscure del movimento operaio. Subì un tentato omicidio, rimase per sempre un oppositore dei sindacati: un uomo duro, spesso implacabile.

E tuttavia, parallelamente, cresceva in lui un altro impulso: quello di proteggere e tramandare bellezza. Il collezionista che, a New York dal 1905, si misurò con i giganti del suo tempo, ampliando la propria raccolta con capolavori del Rinascimento italiano, del Secolo d’Oro olandese, del Seicento spagnolo. Colui che immaginò la sua casa come un giorno sarebbe stata: aperta al pubblico, dedicata allo studio delle arti.

Dopo la sua morte, fu la figlia Helen a dare forma al suo sogno, fondando la Frick Art Reference Library, uno dei più importanti centri di ricerca del mondo.

Dal 1935, grazie all’architetto John Russell Pope, la villa è diventata museo. E oggi, dopo quasi cinque anni di lavori, la Frick Collection è rinata. Più di 5.500 metri quadrati sono stati ridisegnati, altri 2.500 aggiunti per migliorare accessibilità, efficienza e spazi espositivi. Nuove sale didattiche, un auditorium da 220 posti, una libreria, archivi moderni, laboratori di conservazione e un giardino restaurato.

Le camere originali di Henry e Helen oggi custodiscono ritratti, pannelli rinascimentali dorati e oggetti di famiglia. Nuove collezioni, maioliche francesi, porcellane Du Paquier, orologi antichi, medaglie-ritratto, dialogano con i capolavori storici. Una Cabinet Gallery presenta delicate opere su carta di Degas, Goya, Ingres, Rubens e Whistler. E il nuovo direttore, Axel Rüger, insieme alla nuova capo curatrice Aimee Ng, danno il via a un passo deciso verso il futuro.

La Frick ha riaperto. Ha ritrovato il suo splendore. Continua a trasmettere quella bellezza che arricchisce, cura e riempie gli animi. Un lugo a cui dedicare una visita e tempo per lasciarsi avvolgere.

Perché è sempre lì, su quella fragile linea tra giusto e sbagliato, che la bellezza trova la forza di salvarci.

Immagine di Beatrice Dell'Aversano

Beatrice Dell'Aversano

Nata nel 1972, con esperienza nell’organizzazione di eventi moda e arte, oggi cura la comunicazione internazionale per un importante brand del lusso globale, unendo passione ed expertise per valorizzarne l’immagine. Appassionata di cinema e arte.

Condividi questo articolo sui Social

Facebook
WhatsApp
LinkedIn
Twitter

Post Correlati

Ritorna il camping di lusso Governors Island

Se stai cercando una fuga perfetta dalla frenesia della città senza allontanarti troppo, Governors Island potrebbe essere la tua destinazione ideale. E se desideri trasformare questa breve fuga in un’esperienza indimenticabile, Collective Retreats è pronto ad accoglierti con le sue

Leggi Tutto »
Torna in alto