La rubrica speciale NO è NO. Voci contro la violenza sulle donne, avviata su ilNewyorkese in occasione della Giornata internazionale del 25 novembre, va avanti. È una decisione che prendiamo con senso di responsabilità ma anche con leggero orgoglio, maturata grazie ai numerosi contributi aggiuntivi arrivati da parte di professionisti, attiviste e figure del mondo culturale che non era possibile includere entro la scadenza originaria del 30 novembre. L’iniziativa era nata per raccontare il tema attraverso dati, interviste e analisi, e adesso amplia la sua durata per dare spazio a materiali che affrontano aspetti spesso trascurati del fenomeno, come l’impatto sul lavoro, la protezione dei minori e la ricostruzione post-violenza.
L’estensione consente di approfondire un tema che, secondo le statistiche preliminari più recenti, richiede una lettura continuativa. I dati ISTAT pubblicati nel 2025 indicano che 6 milioni e 400mila donne tra i 16 e i 75 anni – il 31,9% della popolazione femminile di quella fascia d’età – hanno subito nella vita violenze fisiche o sessuali; le violenze sessuali riguardano il 23,4% delle donne, includendo stupri e tentati stupri (5,7%). All’interno delle relazioni affettive, il 12,6% delle donne che hanno o hanno avuto un partner ha subito violenza fisica o sessuale dal partner stesso; la violenza psicologica riguarda il 17,9% delle donne, quella economica il 6,6%. L’indagine rileva un aumento delle violenze nelle fasce più giovani, soprattutto tra i 16 e i 24 anni, e un miglioramento della consapevolezza: cresce la quota di chi riconosce la violenza come reato e di chi si rivolge ai centri antiviolenza, ma rimane stabile la percentuale di denunce, ferma al 10,5% negli ultimi cinque anni. Sul fronte degli omicidi, i dati della polizia criminale indicano nel 2024 un totale di 327 omicidi, con 116 vittime femminili: nel 92,2% dei casi uccise da uomini, e nel 53,4% da partner o ex partner. L’Italia resta tra i Paesi europei con i tassi di omicidio più bassi (0,57 per 100mila abitanti nel 2023, contro una media UE di 0,91), ma il rischio femminile cresce con l’età e riguarda soprattutto il contesto domestico: 106 dei 116 omicidi di donne del 2024 sono classificabili come femminicidi. L’Istat stima inoltre 25 minori rimasti orfani in seguito a femminicidi nella coppia, in 17 casi con il suicidio dell’autore.
Durante i prossimi giorni la rubrica includerà nuove interviste e approfondimenti che toccheranno temi e settori molto diversi tra loro, come quello dello sport e del giornalismo stesso, grazie ai contributi di attiviste, giornalisti e persone impegnate nel supporto quotidiano delle vittime. Sarà un modo per dare continuità a un lavoro iniziato il 20 novembre e offrire al pubblico contenuti aggiornati e verificati, senza comprimere contributi che meritano spazio.