Lucio Miranda, economista e imprenditore italiano residente a New York dal 1993, è il Presidente e Fondatore di ExportUSA New York Corp., una società di consulenza che da vent’anni segue l’avvio e lo sviluppo della presenza italiana negli Stati Uniti. Con un passato professionale in Alitalia e JP Morgan, nel 1997 ha fondato una delle prime startup di e-commerce, segnando il suo contributo pionieristico nel settore digitale. Laureato alla Bocconi e con un master della NYU Stern School of Business, è autore di tre libri sull’export e il marketing online. Recentemente, è stato nominato responsabile per l’ Internazionalizzazione” di Assoconsult (Confindustria) ed è diventato Rappresentante locale di AmCham Italia. Lo abbiamo intervistato per IlNewyorkese.
Prima una solida esperienza in J.P. Morgan, poi il decollo professionale in Alitalia con un ruolo di primo piano nelle vendite e sullo scenario internazionale. Quali motivazioni hanno guidato questo cambio di percorso?
Il lavoro nella finanza può essere molto dinamico intenso e stressante: la velocità e la pressione quotidiana ti costringono a comprendere rapidamente il funzionamento dei mercati internazionali. Tuttavia, è anche un ambiente molto circoscritto: vivi sempre nella stessa stanza, con le stesse persone, e questo alla lunga può risultare limitante. La mia indole, invece, è sempre stata orientata al movimento, al contatto con realtà diverse. Così, quando Alitalia cercava personale per il settore commerciale, marketing e vendite da inviare all’estero, ho deciso di candidarmi. Dopo alcuni colloqui, sono stato assunto e ho iniziato il percorso formativo a Roma. Successivamente ho iniziato la mia esperienza all’estero: prima in Francia, poi a Seoul in Corea, a Tokyo in Giappone, a Rio de Janeiro in Brasile, fino a New York, dove ho seguito un master in finanza alla NYU Stern School of Business. A New York sono stato riassunto da Alitalia e, parallelamente, ho fondato la mia agenzia web, dando avvio all’avventura che oggi continua con ExportUSA.
Da oltre vent’anni ha fondato e guida ExportUSA, una realtà diventata un punto di riferimento per le imprese italiane che vogliono espandersi oltreoceano. Qual’è il vostro vero valore competitivo e cosa vi distingue nel supportare le aziende italiane negli Stati Uniti?
Il nostro lavoro consiste nell’aiutare le aziende italiane ed europee a entrare e consolidarsi sul mercato americano, supportandole lungo tutto il percorso di espansione.
Offriamo una gamma completa di servizi, tutti orientati a favorire il successo dell’attività principale dell’azienda sul mercato statunitense. Abbiamo un quartier generale a New York, una sede a Miami, un centro logistico a Dayton, Ohio, e due sedi europee — Rimini e Bruxelles — per essere presenti nei principali snodi strategici per l’internazionalizzazione.
I nostri principali vantaggi competitivi sono tre. Il primo è la specializzazione: ci occupiamo esclusivamente del mercato USA. Molti operatori si occupano di internazionalizzazione in generale, ma noi concentriamo tutte le nostre competenze sul mercato americano, garantendo un livello di conoscenza e approfondimento difficile da eguagliare.
In secondo luogo, tutto il nostro personale è interno. Questo ci permette di controllare processi, procedure e modalità operative, garantendo un livello di coordinamento ottimale. Il trasferimento di informazioni e best practice è diretto, continuo ed estremamente efficiente e questo aumenta la qualità e la rapidità dei servizi che offriamo.
Infine, siamo un vero e proprio “one-stop shop”: un’azienda che si rivolge a noi trova tutto ciò di cui ha bisogno per insediarsi con successo negli Stati Uniti. Offriamo logistica, marketing, contabilità, dichiarazioni fiscali, ricerca e selezione del personale, sdoganamento, individuazione di distributori e venditori, gestione paghe e contributi, costituzione di società, domiciliazione, supporto per visti e adempimenti FDA. In pratica, l’azienda parla con un unico interlocutore e può risolvere tutte le esigenze legate al proprio ingresso nel mercato americano.
Guardando alle sfide attuali dell’internazionalizzazione, quali sono oggi gli ostacoli maggiori che le aziende italiane incontrano quando cercano di entrare nel mercato americano?
Il vero limite delle aziende italiane non è quasi mai la mancanza di risorse — persone, capitale o strumenti — che in molti casi sono disponibili. La difficoltà principale risiede nella mentalità e nell’approccio con cui si affronta il mercato americano. Troppe volte, infatti, ci si presenta oltreoceano pensando di poter replicare le stesse modalità di gestione sviluppate in Italia o in Europa, spesso radicate in schemi vecchi di decenni.
Per avere successo negli Stati Uniti, invece, è necessario liberarsi di questo provincialismo. Significa adottare un nuovo modus operandi, essere pronti a guardare al mercato con prospettive differenti, comprendere dinamiche, tempi e logiche che non sempre coincidono con quelle europee. È un processo che richiede intelligenza e umiltà: riconoscere che bisogna imparare, adattarsi e, se necessario, rivedere strategie consolidate. Chi riesce a fare questo salto di mentalità ha già compiuto metà del percorso verso il successo.

Negli ultimi anni i consumatori americani sono cambiati in termini di stile di vita, modelli di consumo e tecnologia. Come ExportUSA ha adattato i suoi servizi per restare al passo con i tempi?
Il mercato americano è per sua natura estremamente dinamico: tutto cambia rapidamente, dai consumatori alle tendenze culturali e ai riferimenti economici. Tuttavia, per noi questo processo non è mai stato un ostacolo, perché siamo immersi nella realtà economico-sociale e culturale americana. Non abbiamo avuto bisogno di “informarci” o di forzare l’adattamento: il cambiamento fa parte della nostra quotidianità, perché viviamo all’interno di questo flusso. La differenza, si può dire, è come osservare un fiume dalla riva rispetto a nuotare nella corrente. Chi sta sulla riva deve capire dove va la corrente e adeguarsi, mentre chi è già immerso nel fiume cambia insieme alla corrente stessa. Allo stesso modo, noi ci muoviamo con il cambiamento del panorama americano: evolviamo insieme alla società, alla cultura e all’economia, in modo naturale e spontaneo. Per noi adattarsi non è stato difficile: è stato un processo organico, quasi inevitabile, perché viviamo qui, perché siamo parte di questo contesto e, proprio attraverso questa immersione, la diversità e la ricchezza del mercato americano diventano uno stimolo costante per crescere e innovare.
In qualità di nuovo rappresentante locale per la American Chamber of Commerce in Italy che tipo di contributo specifico intende dare al tessuto imprenditoriale?
Sono il rappresentante di AmCham per l’area di Rimini, un territorio estremamente ricco dal punto di vista imprenditoriale, caratterizzato da due grandi poli: da un lato il settore food & beverage, dall’altro quello della meccanica. È un’area dinamica, con aziende che hanno un grande potenziale di espansione internazionale.
Il nostro contributo consiste nel mettere a disposizione la nostra conoscenza diretta del mercato americano, organizzando incontri ed eventi informativi che aiutino gli imprenditori locali a comprendere i cambiamenti in corso e il funzionamento concreto del sistema economico negli Stati Uniti. Si tratta di momenti di confronto molto pratici, essenziali, pensati per fornire strumenti utili e immediatamente applicabili — non teorie astratte, ma esempi concreti di ciò che serve davvero per avere successo oltreoceano.
In linea con quanto dicevo prima, chi vuole entrare nel mercato americano deve prima di tutto capire come funziona questo contesto. È un approccio diverso, che richiede adattamento, apertura e la disponibilità a rivedere il proprio modo di operare. Nel nostro piccolo, cerchiamo di accompagnare le aziende italiane in questo percorso: le aiutiamo a modificare strategie, prodotti, comunicazione o modalità di vendita, in modo che possano inserirsi con successo nel mercato statunitense.
Guardando al futuro, quali nuove direzioni o progetti ha in mente per ExportUSA nei prossimi anni?
Abbiamo deciso di continuare lungo il percorso intrapreso, sviluppando sempre di più le nostre competenze non solo teoriche, ma anche pratiche, soprattutto in ambito dazi e normativa commerciale. Con i cambiamenti dello scenario internazionale, è diventato fondamentale aiutare le aziende italiane a ridurre l’impatto dei dazi quando entrano sul mercato americano. Su questo fronte abbiamo già messo in atto una serie di azioni concrete, immediate ed efficaci.
Un’altra importante direzione su cui stiamo investendo riguarda il supporto a Concepto, la prima agenzia creativa italiana specializzata sul mercato americano per rafforzare la nostra attività di branding. Il nostro obiettivo è aiutare i brand italiani a inserirsi e affermarsi negli Stati Uniti, adottando un nuovo modo di presentarsi e comunicare. Concepto rappresenta per noi una frontiera strategica, con potenzialità significative di crescita in termini di fatturato e opportunità lavorative.
Non sappiamo ancora fino a che punto potremo spingerci, ma questo rappresenta senza dubbio un traguardo ambizioso da raggiungere nel prossimo futuro.




