Serie A: Milan solo al comando, settima giornata avara di gol

Nella settima giornata il Milan batte la Fiorentina in rimonta e vola in testa alla classifica. Inter corsara all’Olimpico, il Napoli cade a Torino, la Juventus crolla a Como

Partiamo  dalla fine: nel posticipo di domenica sera il Milan si è  preso il comando della classifica, con una vittoria non banale sulla Fiorentina, perché arrivata in rimonta e con una doppietta di Leao: il portoghese è il campione, fino a ieri non pervenuto, che potrebbe dare uno slancio definitivo alla squadra di Allegri per una rincorsa al titolo che sembra sempre più probabile. Lo dico da tempo: i rossoneri possono davvero puntare a vincere il campionato. La squadra è forte, completa in ogni reparto e il signore seduto in panchina è, trofei alla mano, il più vincente tra tutti i tecnici dell’attuale Serie A. Senza la distrazione (e le fatiche) delle Coppe il Milan, per quanto mi riguarda, è una delle tre candidate a vincere lo Scudetto.

Per trovare la seconda candidata non bisogna andare troppo lontano da Milanello: dall’altra parte della città, l’Inter sembra vivere un momento di forte rinascita sotto la guida di Chivu. Il tecnico rumeno non ha l’esperienza di Allegri ma ha già superato un primo momento di difficoltà, a cavallo tra la seconda e la terza giornata (due sconfitte consecutive contro Udinese e Juventus, roba da stendere un cavallo) rimettendo subito la squadra in carreggiata con le sue idee di calcio chiare, che hanno portato riscontri in campo e nei tabellini delle gare. Quattro vittorie consecutive, l’ultima sul campo della Roma, avversaria storicamente ostica che si presentava al match da prima in classifica. All’Olimpico l’Inter ha dominato nel primo tempo, grazie anche agli errori di formazione di Gasperini, e ha sofferto nella ripresa riuscendo, con un po’ di fortuna, a portare a casa “una di quelle vittorie che ti cambiano il corso di una stagione” come ha sottolineato Chivu nel postpartita.

Vista con gli occhi giallorossi della Roma la sconfitta dell’Olimpico non leva certezza alla squadra ma lascia l’amaro in bocca per i disastri del primo tempo e per la sterilità offensiva: Dovbyk (che ho sempre difeso ma anche basta) e Ferguson non segnano neanche con le mani e se le due punte non si sbloccano per la squadra di Gasperini (che non a caso aveva optato per Dybala falso 9 in avvio, scelta però fallimentare) la corsa Champions sarà sempre di più in salita.

La caduta del Napoli in casa del Torino deve far scattare un campanello d’allarme per Conte: è la seconda sconfitta nelle  ultime tre partite e, nel mezzo, va incastonata la faticosa vittoria casalinga sul Genoa. Il Napoli di oggi non gira a regime, ha dei problemi fisici e delle criticità tattiche e urge la mano del tecnico per sistemare subito le cose.

Se il Napoli è in difficoltà, la Juventus di Tudor sembra in caduta libera: dopo la vittoria sull’Inter della terza giornata, che sembrava poter proiettare i bianconeri nella lotta scudetto, sono arrivati tre pareggi e, domenica, la sconfitta di Como. Mancare l’appuntamento con i 3 punti per quattro partite di fila è un segnale pessimo per una squadra che rappresenta la società del claim “vincere è l’unica cosa che conta”. La posizione di Tudor è quanto mai traballante, per adesso lo salva la mancanza di alternative valide per la panchina, ma è noto che il  croato non sia una prima scelta della dirigenza ed è probabile che il tempo a sua disposizione per invertire la  rotta non sia tanto.

Una menzione per l’Atalanta di Juric: se da un lato è l’unica squadra della Serie A ancora imbattuta (solo il Bayern Monaco, il Porto e il Feyenoord sono ancora imbattute, come i bergamaschi, nei principali campionati europei) dall’altro 5 pareggi nelle prime 7 giornate sono  uno  score che non può portare in Paradiso, e neanche  in Champions. Non è un caso che l’Atalanta oggi sia ottava, a cinque punti dalla capolista, pur non avendo mai perso. Nell’era dei 3 punti pareggiare sempre è un vizio più che una virtù, ma la classifica è ancora corta e tempo per cambiare rotta c’è.

Chiudo con un’amara considerazione: il week end calcistico italiano, in attesa del posticipo tra Cremonese e Udinese, è stato davvero avaro di gol. Un bilancio tanto avaro da diventare amaro: solo 9 gol segnati in 9 partite, con ben quattro gare terminate 0-0. In un momento storico in cui il calcio italiano cerca nuovo slancio e l’apertura a mercati nuovi (la nostra avventura editoriale di SMIT si apre al mercato statunitense, andando ad intercettare non solo gli italoamericani ma anche gli americani che si affacciano con curiosità al soccer) questo biglietto da visita rischia di essere deleterio.

In Premier League lo  scorso week end sono state segnate 19 reti, senza nessuno zeroazero. In Bundesliga 30 (con una partita in meno…), in Liga 20, in Ligue1 40 (con una partita in più), in Eredivisie 34. L’unica Lega, tra i principali campionati europei, in cui sono stati segnati meno gol che in Italia è la Primera Liga portoghese, ma solo perché il campionato era fermo…

Il calcio italiano è sempre stato più “tattico” rispetto agli altri campionati, ma in passato ha compensato a questa caratteristica (che di per sé non è un difetto) con i campioni che riscaldavano i cuori dei tifosi e arricchivano i tabellini delle partite con le loro giocate e i loro gol. Ad oggi mancano i campioni e le giocate, e se iniziano a mancare anche i gol le partite rischiano di diventare noiose, piatte. Negli  ultimi due turni, prima della pausa, erano stati segnati rispettivamente 25 e 27 gol, quindi la speranza è che sia stata solo una giornata storta: perché se, dopo appena una manciata di partite, le piccole come Lecce, Sassuolo, Pisa, Verona, Genoa e Parma (citate non a caso) iniziano già a speculare sull’approccio conservativo, anche negli scontri diretti, pensando prima a non prenderle e poi semmai a fare qualcosa, il rischio è che ci saranno tante partite noiose e a “visibilità zero”. Per visibilità zero intendo quelle  gare che non vengono viste né in diretta (se non da poche decine di migliaia di tifosi o irriducibili appassionati) né negli highlights, perché in una partita che finisce a reti inviolate non c’è niente da vedere…

Anche (e soprattutto) le grandi devono fare la propria parte: Juventus-Inter della terza giornata ci aveva illuso, con quel roboante 4-3. Nello  scorso turno c’è stato uno spettacolare Lazio-Torino 3-3, il problema è che queste partite ce le ricordiamo perché rappresentano un’eccezione (rara) nel nostro campionato, mentre guardando i tabellini degli altri campionati europei scopriamo che altrove sono la  norma.

Per stare al passo coi tempi la Serie  A deve farci vedere più gol. E anche gli arbitri devono fare la loro parte fischiando meno, perché le loro continue interruzioni del gioco rischiano di diventare un tema…

Immagine di Guglielmo Timpano

Guglielmo Timpano

Laureato in Scienze Politiche. Giornalista freelance. Conduttore radiofonico. Presentatore televisivo. Appassionato di sport, storia e animali: per combinare tutti questi interessi, il sogno sarebbe seguire un torneo di calcio tra dinosauri.

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