Roberto Pellizzaro è un giovane politico vicentino che, oltre a ricoprire incarichi in Forza Italia Giovani, è vicepresidente dell’International Young Democratic Union (IYDU), la più grande organizzazione mondiale dei movimenti giovanili di centrodestra.
Laurea magistrale in Politica Internazionale e Diplomazia presso l’Università di Padova, Master di II livello presso la Luiss School of Government, è stato Consigliere comunale dal 2009 al 2019 nel Comune di Montecchio Maggiore (VI) e da fine ottobre 2018 a marzo 2019 ha lavorato a New Delhi, India.
Da un anno e mezzo è Sales area manager per un’azienda del vicentino di macchine utensili che ha una sede vicino a Cleveland, OH, continuando nel frattempo a seguire la politica internazionale. In questa intervista, Pellizzaro ripercorre il suo percorso, racconta la sua esperienza americana e riflette sul ruolo dell’Italia nel panorama politico internazionale.
Come nasce la sua passione per la politica?
La mia passione politica iniziò quando ero un ragazzino. Già ai tempi delle scuole medie mi interessavo a quello che accadeva attorno a me e vedevo nell’impegno diretto e personale uno dei modi per essere al servizio degli altri e per potere in qualche modo dare un contributo. Durante gli ultimi anni delle scuole superiori ho così iniziato a portare avanti questa passione con il partito che più mi rappresentava, Forza Italia.
A 21 anni ho avuto il privilegio di essere eletto Consigliere comunale nella mia città, Montecchio Maggiore, in provincia di Vicenza. Ho ricoperto quel ruolo fino ai 31 anni.
In questi giorni sto per concludere il mio percorso come Vice coordinatore di Forza Italia Giovani del Veneto, ruolo che ricopro dal 2018.
Quando è arrivato in America e per quale motivo?
Vivo negli Stati Uniti da circa un anno e mezzo, vicino Cleveland, in Ohio. Lavoro per un’azienda italiana che produce macchine utensili, una classica realtà industriale veneta di una novantina di persone che lavora molto con l’export. Dopo alcuni anni, si è presentata l’opportunità di trasferirmi e di far parte del team statunitense.
Ho l’occasione di seguire il mercato nordamericano, in particolare quello statunitense, come Sales area manager. È un’esperienza molto stimolante.
Il suo impegno internazionale, invece, è iniziato prima della sua partenza per gli Stati Uniti?
Sì, ho da sempre seguito con interesse le questioni internazionali, anche dal punto di vista degli studi universitari.
Ho cominciato a occuparmene fattivamente in anni più recenti, quando ho iniziato a seguire i lavori del Tavolo Esteri di Forza Italia Giovani. È un dipartimento del movimento giovanile che si occupa delle tematiche internazionali
Come IYDU inoltre organizziamo attività e incontri tra i movimenti giovanili dei partiti di centrodestra nel mondo.
Generalmente, abbiamo quattro principali eventi all’anno: due organizzati dall’organizzazione madre, l’International Democracy Union (IDU), e due promossi direttamente da noi. Ci incontriamo nei vari Paesi ospitanti: per esempio, a novembre dello scorso anno siamo stati in Brasile, a giugno di quest’anno a Bruxelles, mentre l’ultima volta a fine luglio ci siamo visti a Nashville, in Tennessee per l’elezione del nuovo Board.
Che cos’è l’International Young Democratic Union e come funziona?
È la più grande organizzazione mondiale dei movimenti giovanili di centrodestra, copre circa 80 paesi. Racchiude partiti moderati e conservatori: per dare un’idea, è composta da partiti che in Europa appartengono al Gruppo PPE e al Gruppo dell’ECR.
Spesso, per spiegarmi meglio a chi non la conosce, racconto scherzando che è come “l’Internazionale Socialista”… però di centrodestra!
I nostri membri rappresentano le varie aree geografiche del mondo: dai Giovani repubblicani statunitensi, ai giovani del BJP dell’ India, passando per i giovani democratico cristiani tedeschi, e naturalmente i giovani di Forza Italia.
È gestita da un Board che dura in carica due anni.

Qual è la mission dell’organizzazione?
La nostra missione è promuovere e condividere i valori del centrodestra: stato di diritto, libertà individuali, libero mercato, libertà d’impresa.
Siamo un’organizzazione di network e pur con mezzi limitati cerchiamo di far circolare queste idee e di favorire il dialogo tra giovani leader di tutto il mondo. È interessante perché, pur avendo un nucleo di valori comuni, ogni Paese ha poi la propria sensibilità: È una ricchezza, perché ti confronti con prospettive culturali e politiche diverse.
Questa esperienza può essere considerata una scuola politica?
Sì, assolutamente. È una scuola politica nel senso più ampio: da un lato perché condividiamo principi e valori comuni, dall’altro perché emergono le differenze e le sfumature tra i vari partiti di centrodestra nel mondo.
A livello personale mi ha permesso di crescere molto, soprattutto grazie al confronto diretto con i colleghi e con persone che hanno avuto ruoli di primo piano nei loro Paesi: ex primi ministri, membri del Governo e parlamentari.
Vivere negli Stati Uniti le ha fatto notare differenze tra la politica americana e quella italiana?
Sì, soprattutto nell’organizzazione delle campagne elettorali. È incredibile la precisione e la capillarità con cui vengono condotte.
Qui funziona molto il porta a porta: i volontari bussano letteralmente a migliaia di porte durante le campagne. Io stesso ho partecipato a diversi door knocking, andando casa per casa a promuovere alcuni candidati dell’Ohio.
Utilizzano strumenti tecnologici: tramite un’app sanno già chi vive in una determinata casa, se è registrato come repubblicano, democratico o indipendente, l’età e altri dati che in Italia sarebbe impensabile ottenere per questioni di privacy. Questo permette di ottimizzare gli sforzi, concentrandosi sugli elettori più rilevanti.
È un sistema che unisce tecnologia e tradizione, con un’organizzazione logistica impeccabile.
Che ruolo può giocare l’Italia all’interno di questa organizzazione internazionale?
L’Italia ha da sempre una capacità di dialogo molto forte, dalle aree del Mediterraneo ai rapporti con Paesi in conflitto.
All’interno dell’organizzazione, l’Italia è vista come un modello positivo di centrodestra: diversi partiti, con sensibilità diverse, riescono a lavorare insieme in coalizione. Questo suscita interesse sia negli Stati Uniti che in altri paesi dell’UE. Vedere che Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia possono collaborare è per loro uno spunto importante.
Quali sono le priorità della nuova leadership per i prossimi mesi?
La nuova leadership è stata eletta ad inizio agosto, con una nuova Presidente dell’Austria.
Un obiettivo importante è far conoscere maggiormente l’IYDU e ampliare la rete dei propri membri: di recente sono entrati nuovi movimenti giovanili che sono sicuro andranno ad arricchire l’organizzazione.
Sul piano tematico, continueremo a discutere delle grandi questioni internazionali: la guerra tra Russia e Ucraina, il conflitto israelo-palestinese, il futuro del Mediterraneo.
Affronteremo anche temi economici come i dazi imposti dagli USA, molto rilevanti per i rapporti commerciali globali.
Dove si immagina tra dieci anni?
Non so dove mi troverò, ma so che vorrò continuare a servire la comunità. In che modi e forme si vedrà.
Per me “servire” non è solo una parola, è un valore.
In questo senso la politica è uno strumento per prendersi cura della comunità, se fatta con serietà e rispetto. Tra dieci anni vorrei continuare, in Italia o all’estero, a dare il mio contributo al bene comune.
C’è un avvicinamento dei giovani alla politica?
Negli Stati Uniti sì, ho notato un interesse crescente, soprattutto negli ultimi anni. I giovani partecipano di più, discutono, si confrontano, anche se le posizioni non sono sempre dialoganti.
In Italia la situazione è più complessa: c’è stato un certo scollamento e una disaffezione. Ma vedo ancora tanti ragazzi attivi e spero che questa tendenza positiva cresca. Partecipare è fondamentale per contribuire a decidere il futuro del Paese.
Vuole aggiungere qualcosa per concludere?
Raccontare le storie degli italiani all’estero è un servizio importante che fornite a tutta la comunità italiana e italoamericana e in questo senso vi ringrazio per l’opportunità che date anche a me.
Da un lato seguo il mio lavoro nel settore privato, dall’altro porto avanti la mia passione politica in un contesto internazionale. È un privilegio poter unire queste due dimensioni della mia vita.