Fino a giovedì pomeriggio sembrava poter essere una settimana memorabile per le italiane impegnate nelle Coppe Europee: la seconda giornata di Champions League, infatti, aveva visto Inter, Napoli e Atalanta mantenere, sia pur con tante difficoltà, i favori del pronostico, portando a casa altrettante vittorie, mentre la Juve aveva strappato un pareggio in casa del Villarreal, risultato tutt’altro che disprezzabile anche se accolto male per la rimonta subita nel finale.
Il giovedì pomeriggio di Europa League di Roma e Bologna, entrambe impegnate in casa alle 18.45, è stato purtroppo nefasto: la Roma è uscita sconfitta per 1-0, riuscendo nel record negativo di non segnare un rigore fatto ripetere tre (!!!) volte dall’arbitro e che avrebbe potuto valere il pareggio, mentre il Bologna si è fatto rimontare l’iniziale vantaggio dal Friburgo chiudendo il match in parità.
In serata la Fiorentina ha fatto tornare il sorriso non solo ai suoi tifosi, ma anche al sistema calcio italiano in generale, in cerca di punti preziosi per il ranking Uefa: fare bene nelle Coppe oggi significa aumentare la possibilità di poter schierare 5 squadre italiane, invece di 4, in Champions la prossima stagione.
Uscendo dalle statistiche e dalla “tirannia del risultato”, che ci porta (a volte impone) di considerare Bene tutto ciò che è vittoria e Male tutto ciò che non lo è, va fatta una profonda riflessione su questa tre giorni di Coppe: le italiane, oggi, non sono in salute.
L’Atalanta è stata brava a ribaltare l’iniziale svantaggio casalingo contro il Bruges, che sembrava potersi confermare bestia nera della Dea in Europa, ma avrebbe avuto tutte le carte in regola per regalare ai propri tifosi una serata di Champions più tranquilla: troppo grande il gap tecnico nei confronti dei belgi, troppa fatica per riuscire alla fine a spuntarla.
Stesso discorso per il Napoli, sia pur tenendo conto dell’ attenuante dei tanti infortuni, soprattutto in difesa, che hanno condizionato la gara contro lo Sporting Lisbona: dopo il vantaggio, meritato, sul finire del primo tempo, la squadra di Conte avrebbe avuto tutte le carte in regola, e le qualità tecniche e fisiche, per chiudere la gara, magari sfruttando le ripartenze concesse dagli avversari, invece si è fatta chiudere nella propria area finendo per concedere il rigore (e il gol) che avrebbero potuto compromettere la vittoria e il futuro cammino europeo. Fortuna che la coppia de Bruyne Hojlund abbia prodotto, a dieci minuti dalla fine, anche il secondo gol (dopo il meraviglioso primo gol al 36’) mettendo momentaneamente in cantine le polemiche e le analisi spietate.
Un’analisi, comunque sia, Conte la dovrà fare sul rendimento dell’uomo chiave per la vittoria dello scudetto della scorsa stagione, vale a dire McTominay: appare evidente che lo scozzese non riesca a trovare la posizione giusta in campo, finendo spesso per pestarsi i piedi con de Bruyne.
La partita contro lo Sporting ci ha fatto vedere un giocatore in ombra (all’’ombra, appunto di KDB), ben distante dal giocatore devastante ammirato fino a qualche mese fa. Conte dovrà trovare il modo di far coesistere i due riuscendo a non perdere le qualità migliori dell’uno e dell’altro e, al contempo, non perdere equilibrio di squadra: compito difficile, ma non impossibile per il tecnico pugliese.
L’Inter è stata brava a sfruttare un calendario benevolo e, con due partite autorevoli (la prima ad Amsterdam contro l’Ajax, la seconda in casa contro lo Slavia Praga) si è portata in testa al Girone unico, a punteggio pieno. Bravo Chivu a non complicarsi da solo la vita, capitalizzando al massimo la superiorità tecnica nerazzurra in entrambi i match. Vedremo se, quando si alzerà il livello, la squadra e, soprattutto, il tecnico si faranno trovare ugualmente pronti.
Capitolo Juventus: che la squadra di Tudor non sia in salute lo si era capito già dal pareggio col Dortmund. Se contro i tedeschi i minuti finali avevano regalato la gioia di una rimonta insperata, in casa del Villarreal è successo esattamente l’opposto: la fortuna gira, si sa, è il caso che Tudor cerchi le soluzioni dentro al campo e non nella sorte, altrimenti ogni partita, soprattutto europea, rischia di diventare un terno al Lotto…
L’Europa League ha regalato, dicevamo, dolori…La Roma è uscita con le ossa rotte dalla sfida casalinga contro il Lille, che avrebbe dovuto regalare ai giallorossi il primo posto nel Girone unico, a punteggio pieno. L’episodio del calcio di rigore, ripetuto tre volte e parato altrettante dal portiere ospite, rimarrà amaramente alla storia come uno dei momenti più tragicomici della competizione. La Roma ha un problema, serio, con il gol, e la sfida con il Lille non ha fatto altro che confermare questa evidenza, nel modo più spietato possibile.
Occasione persa per il Bologna, che non è riuscito a capitalizzare, contro il Friburgo, il vantaggio del solito Orsolini, uno dei giocatori più sottovalutati del calcio italiano. Peccato, adesso i felsinei hanno 1 solo punto dopo le prime due gare e devono cambiare subito marcia.
Conference League: esordio con vittoria della Fiorentina di Pioli, ma il valore dell’avversaria lascia aperte le criticità di questo avvio di stagione. La squadra non gira, segna poco e concede sempre troppo. Ha tutte le carte in regola per tornare in corsa in Campionato e vincere la Conference, ma deve trovare equilibri persi e ritrovare i gol dei suoi attaccanti, a partire da Kean…